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L'Aquila Capitale italiana della Cultura 2026

Verso il futuro attraverso la coesione sociale, il benessere, l'innovazione e la sostenibilità ambientale

Datum:

14 marzo 2024

Lesezeit:

6 min

Themen
  • Comuni d’Abruzzo

Beschreibung

L'Aquila,  città di santi e artisti, casa della Perdonanza Celestiniana che illumina il mondo con il suo messaggio di pace,  è capitale italiana della Cultura 2026. La "magnifica citade" ha ricevuto l'ambito riconoscimento questa mattina con un ambizioso programma di sperimentazione artistica che proietta la città verso il futuro attraverso la coesione sociale, il benessere, l'innovazione e la sostenibilità ambientale: "L'Aquila città Multiverso"

Il logo scelto per lanciare la corsa a Capitale italiana della cultura, raffigurante in forma rivisitata e stilizzata il rosone della Basilica di Collemaggio.

La novità degli elementi decorativi presenti nelle rose di Collemaggio non si esaurisce con la lettura dei soli caratteri stilistici dello splendido ornato dei trafori ma è da rilevare che in essi sono racchiusi reconditi significati simbolici messi in evidenza da più studiosi, in particolare da Michele Proclamato che nel volume "Il segreto delle tre ottave. Dai rosoni di Collemaggio ai cerchi nel grano alla ricerca delle leggi dell'universo" ha approfondito precisi rapporti numerici e matematici esistenti tra rosoni e leggi astronomiche. E, come rileva Proclamato, "ogni particolare architettonico di un rosone indica sempre una misura spaziale, mentre ogni vuoto architettonico al suo interno un arco temporale". 

Attraverso il segno si propongono scenari e ambienti del passato per generare un ponte con il futuro grazie all’uso della tridimensionalità, con la quale si vuole creare in chiave immersiva la forte contaminazione tra scienza, cultura umanistica e tecnologia.

L'Aquila Città Multiverso, è concettualmente proposta con le sue aree interne nelle sue molteplici dimensioni di territorio (tra locale e globale), virtualmente abbracciato a 360° da questa “sfera emozionale”. Nel logo sono evidenziati, attraverso delle sfumature, i cinque differenti colori che caratterizzano i cinque ‘cardini’ con cui vengono declinati gli assi portanti del dossier di candidatura: "Multiculturalità", "Multidisciplinarità", "Multitemporalità", "Multiriproducibilità" e “Multi-naturalità”, che a loro volta, formano l’unicum del segno identitario della città.

 

 

Titolo del Paragrafo
La nascita della città
Immagine Paragrafo
Collemaggio
Credits Immagine Paragrafo
ph Anselmo Trasatti
Descrizione Paragrafo

La nascita della città è attestata in due lettere risalenti al 1229, scritte e inviate da Papa Gregorio IX che concede l'autorizzazione a edificare la nuova città nella località di “Acculi” o “Aquili”. Corrado IV nel 1254 approva la fondazione della città de L'Aquila.

Manfredi nel 1259 ordina di punire, radendola al suolo, la città, colpevole di essere rimasta fedele alla Chiesa nella contesa tra papato e impero. Sarà riedificata, a opera di Carlo I d'Angiò, solo nel 1266. Un monumento comune venne realizzato e ampliato nei secoli successivi a ricordo della fondazione: la Fontana delle 99 Cannelle, su progetto dell'architetto Tancredi da Pentima nel 1272 che avrebbe dovuto rappresentare, secondo la tradizione, i 99 castelli che parteciparono alla fondazione della città.

Durante il conflitto tra angioini e aragonesi venne presa d’assedio dal famoso condottiero mercenario Fortebraccio da Montone, assoldato dagli aragonesi, ma ne uscì vincente. Da questo momento la città prosperò per i suoi commerci, specialmente quello della lana, estendendo le proprie relazioni fino a Firenze, Genova e Venezia e, ancora oltre, in Francia, Paesi Bassi e Germania, diventando in breve tempo la città più importante del Regno dopo Napoli.

In questo tempo la città fu famosa anche per la prolungata dimora di tre grandi santi francescani: San Bernardino da Siena, San Giovanni da Capestrano e San Giacomo della Marca. Alla morte di San Bernardino, avvenuta il 20 maggio 1444 proprio a L’Aquila, la cittadinanza chiese e ottenne da papa Eugenio IV il permesso di custodirne le spoglie. Venne così edificata la monumentale basilica di San Bernardino.

Nel 1703, il terremoto colpì la città e d ella chiesa di San Bernardino rimasero in piedi solo il coro, la facciata e le mura laterali. Le chiese di San Filippo, la Cattedrale di San Massimo, San Francesco, Sant'Agostino e tutti i palazzi della città furono danneggiati. La ricostruzione  avvenne secondo lo stile dell'epoca, il barocco. A questo periodo risale la costruzione della Chiesa delle Anime Sante e degli interni delle basiliche di San Bernardino e Santa Maria di Collemaggio.  Dall'Unità d'Italia la città divenne capoluogo della regione degli Abruzzi mantenendo il suo antico nome Aquila. 

Visitare L'Aquila nei giorni del 28 e 29 agosto dà la possibilità di assistere e partecipare alla Perdonanza di Celestino V. Il 29 agosto 1294, per placare le ambizioni di molti, viene eletto al soglio pontificio il monaco eremita Pietro da Morrone. In quell’anno il Papa molisano emette la famosa Bolla del Perdono, ovvero un documento che attesta che, ogni anno, quanti - confessati e sinceramente pentiti - avessero visitato devotamente la basilica di Collemaggio, dai vespri del 28 agosto fino ai vespri del giorno 29, festa di san Giovanni Battista, avrebbero ricevuto contemporaneamente la remissione dei peccati e l’assoluzione dalla pena. Da allora, in questa data, nella città si festeggia la Perdonanza. Varie le manifestazioni culturali e festose che si alternano nella città fin dai giorni precedenti, mentre il 28 agosto la Bolla di Celestino viene accompagnata nella Basilica di Collemaggio con un solenne corteo di carattere storico e religioso.  

Titolo del Paragrafo
L'araba fenice d'Abruzzo
Immagine Paragrafo
s maria del suffragio
Descrizione Paragrafo

"Si racconterà dell'Aquila, magnifica città e di quelli che la fecero con gran sagacità. Per non esser vassalli cercaron la libertà e non vollero signori se non la maestà
Sorge dalle parole del cronista Buccio di Ranallo, la storia dell’”araba fenice d’Abruzzo”, che, nelle Cronache della Fondazione dell’Aquila del XIV secolo racconta dell’assalto, nel 1259, di Manfredi alla Città  sorta tra il 1253 e il 1254 per volere di Corrado IV, sull’accorpamento dei contadi di Amiternum e Forconium.  L’Aquila è rasa al suolo, ma rinasce più forte e maestosa.
Amiternum, Aveia e Peltuinum, testimoniano della presenza di importanti centri italici e romani della conca aquilana. In posizione strategica lungo i percorsi della transumanza.  Già dalla prima metà del Trecento la città è ricca di scambi, fiorente nel commercio della lana e dello zafferano, città di dottori di leggi e notai; mercanti; artigiani dei metalli; artigiani delle pelli; mercanti di bestiame, terra di pellegrini che la attraversavano per il  giubileo di Celestino V, che  il 29 agosto 1294 fu incoronato nella Basilica di S. Maria di Collemaggio, da lui stesso fondata sul luogo in cui la Vergine gli era apparsa per esortarlo a erigere un tempio in suo onore. Del 1272 è il piú antico ed emblematico monumento civico: la Fontana della Rivera, detta «Novantanove Cannelle»,  99 come i castelli, le piazze, le fontane.
L’Aquila risorge infinite volte con rinnovata potenza dalle sue stesse ceneri: si rialza fiera dalla peste nera del 1348, dal terribile terremoto dell’anno successivo, resiste eroicamente all’assedio di Braccio da Montone, risorge dal sisma del 1461 divenendo nel 1572, sotto il regno di Margherita d’Austria, una meta prestigiosa in Europa. 

San Giacomo della Marca, San Bernardino da Siena, san Giovanni da Capestrano, illuminano di sacro l’Aquila quattrocentesca, mentre l'arte si anima di capolavori come leslanciate e flessuose le Madonne trecentesche, che rivelano nella dolcezza del volto e nella raffinatezza delle linee la spiritualità e la grazia della nuova arte gotica, le smaglianti pitture su fondo d’oro zecchino del Quattrocento tra cui il Trittico di Beffi (1410-1415), attribuito al teramano Leonardo, i dipinti di Andrea De Litio,le sculture lignee di Giovanni di Biasuccio e Silvestro dell’Aquila (San Sebastiano, 1478), Raffaello Sanzio che coltivò relazioni strette con la famiglia Branconio. Fu Raffaello l’autore della “Visitazione” per la Chiesa di San Silvestro, oggi al Museo del Prado di Madrid. Mirabili affreschi furono realizzati da Saturnino Gatti a Collemaggio e nella Chiesa di San Panfilo a Tornimparte. La grande circolazione di artisti nella città fu dovuta anche alla presenza di una delle prime tipografie, fondata da un allievo di Gutemberg nel 1481, personaggio ricordato nella Perdonanza Celestiniana.

Pier Francesco Pingitore, regista, definisce “L’Aquila, città forte e indomabile, rappresenta un esempio di come l’Italia possa fare appello alle sue forze migliori e ai suoi mille ingegni per risollevarsi e guardare con fiducia al futuro”.

letzte Aktualisierung

14/03/2024, 13:38

gepostet von Laura Toppeta