Partendo da Ovindoli, la prima sosta è Celano, antica roccaforte e centro della Marsica, ai piedi di una pietra rocciosa su una collina che domina il Fucino. Fu distrutta nel 1223 da Federico II e poi ricostruita 2 Km più in là delle rovine. Simbolo dell’antica roccaforte è il castello, noto come Castello Piccolomini, dal nome del nipote di Papa Pio II, Antonio Todeschini Piccolomini, cui si deve l’opera. È una splendida fortezza ancora in ottimo stato, oggi sede del Museo d’Arte Sacra della Marsica. Nel cortile un ampio porticato fa da base a un bellissimo loggiato ad archi; le quattro torri e un coronamento di ronda danno alla rocca l’imponente aspetto che si può ammirare già dall’autostrada. All’interno delle cinte murarie, la chiesa di S. Giovanni Battista conserva le urne e le reliquie di tre martiri cristiani, Simplicio, Costanzo e Vittoriano; spiccano anche i pregiati affreschi di scuola senese del ‘400. Da vedere la chiesa della Madonna delle Grazie (1561), la collegiata di S. Giovanni del ‘300 e quella di S. Maria di Valleverde.
Tappa successiva è Castel di Ieri, antico borgo medioevale protetto dalla grande torre quadrangolare, con un centro storico fra i più caratteristici della Valle Subequana. Interessanti il Tempio Italico, uno splendido pavimento mosaicato, la casa medievale con bifora del XIV secolo, la porta della cinta muraria, le chiese di S. Maria Assunta, della Madonna del Soccorso e della Madonna di Pietrabona.
Queste zone regalano preziosi tartufi, zafferano e miele pregiato.
Proseguendo nel tour, la salita a Castelvecchio Subequo dominato dal castello è davvero emozionante. Lungo la statale si trova la chiesa di S. Francesco del 1288 con il suo convento-museo e con gli affreschi della scuola giottesca: la parte posteriore rivela tutto il suo aspetto medioevale mentre la facciata, rifatta nel 1647, mostra uno stile barocco.
A Colle Moria poi si può visitare la Catacomba paleocristiana del IV secolo.
Per concludere, prima di tornare a Ovindoli, potete fermarvi a Secinaro, il paese dei mulattieri e dei tagliatori di ghiaccio; da vedere la chiesa di S. Nicola, costruita sui resti del castello medievale, e la chiesa di S. Maria della Consolazione sorta su un antico tempio pagano. Una curiosità: a 250 metri circa dalla strada per la Piana del Sirente si trova il “Cratere da impatto”, una depressione circolare riempita da un piccolo lago, di cui si è ipotizzata un’origine meteoritica nel IV secolo d.C.
Se da aprile a ottobre, tutta la zona è il posto ideale per escursioni a cavallo, in mountain bike o a piedi, d’inverno è un paradiso per sci di fondo e discesa, nello splendido scenario dell’Altopiano delle Rocche.
Non potete perdere infine l’ottima cucina locale, che attinge alla tradizione delle genti di montagna nella sua semplicità, arricchita però da ingredienti preziosi come lo zafferano e i porcini. Così ogni tipo di pasta al matterello si sublima: i ravioli sono preparati con ricotta locale, sempre freschissima, e conditi con verdure o pomodori; le pappardelle sono accompagnate da sugo di capriolo; le zuppe di farro e i minestroni sono valorizzati dall’aggiunta di porcini. In inverno è da assaggiare il “paniccio”, piatto a base di polenta in bianco, che si accompagna all’“agnello alla pecorara” o alla “pecora agl' cuttur”. Ottima la cacciagione alla brace o al forno, mentre tra i dolci troverete una squisita crostata alla ricotta.