Description
Riapre al pubblico uno dei più spettacolari esempi di architettura benedettina conservatisi in Abruzzo.
La cerimonia di riapertura dell' abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacesia (Ch) si terrà il 3 settembre 2020 a chiusura del completamento dei restauri che hanno interessato principalmente la facciata dell'edificio e le prime due campate dell'aula.
Il complesso, composto da chiesa e monastero, sorge in posizione isolata su una collina denominata Promontorio di Venere, dominio dell'omonimo golfo e di un meraviglioso paesaggio che dal verde della Maiella si snoda sino alla costa adriatica.
L'edificio costituisce il frutto di un lungo e complesso processo artistico e storico che avrebbe origini antichissime. Sul sito dove oggi sorge l'abbazia doveva essere ubicato un tempio pagano dedicato al culto della dea Venere Conciliatrice, la cui nascita sarebbe sicuramente non anteriore all'epoca di Cesare o Augusto, promotori del culto di Venere a Roma. Il culto pagano venne sostituito con quello cristiano mediante l'edificazione di una chiesa dedicata a Giovanni Battista e alla Vergine Maria in un periodo compreso tra la seconda metà del VI secolo e la prima metà dell'VIII. Si può ipotizzare che tra la fine dell' VIII e l'inizio del IX secolo l'insediamento venne organizzato dai benedettini in esso residenti come "cella".
A partire dal 973, sino al 1024, l'abbazia vive una rilevante crescita economica alla quale si correla una altrettanto sviluppata preminenza politica e culturale. L'ambiente è abbondantemente illuminato grazie alla presenza di ben sette aperture. Di notevole interesse è la serie di decorazioni ad affreschi contenuta nella cripta, unico ed imponente il portale, detto della Luna, fiancheggiato da due alti fregi scolpiti. Colonne e capitelli sono di una straordinaria qualità e raffinatezza. Ai lati delle finestre mensole decorate che sorreggono archetti pensili al cui interno sono scolpiti fiori, stelle, croci ed altre decorazioni. A completare l'abbazia è un ampio chiostro che i monaci hanno adibito a lussureggiante giardino mediterraneo. Il chiostro fu quasi interamente ricostruito tra il 1932 ed il 1936, ulteriori rifacimenti vi furono nel 1948, in conseguenza dei danni subiti dalla guerra.