Overview
Il Bosco di S. Antonio è da sempre sinonimo di paesaggio fiabesco. In età classica era considerato un lucus, cioè una foresta sacra dedicata a Giove, e nel medioevo fu consacrato a S. Antonio. Il bosco si estende per 550 ettari su una zona sottratta al taglio degli alberi per garantire luoghi di riparo al bestiame e un'area idonea al pascolo degli ovini: è infatti paragonato ai pascoli alberati della penisola iberica, la cui funzione principale era quella di garantire ombra al bestiame che frequentava i pascoli circostanti. Grazie a questo divieto e alla tecnica di potatura detta “capitozzatura”, gli alberi raggiungono dimensioni monumentali e particolari forme a candelabro.
Il Bosco di Sant'Antoniosi estende tra le dorsali del Monte Pizzalto e del Monte Rotella. Offre un incredibile scenario di faggi secolari dalle forme bizzarre, ma sono presenti nell'area anche l'Acero campestre, il Pero selvatico, il Ciliegio il Carpine nero, il Tasso.
Nel bosco fioriscono anemoni, peonie, primule, ciclamini, genziane e la rara orchidea Epipactis purpurata. Importante per la continuità faunistica tra le grandi aree protette (Parco Nazionale d'Abruzzo e della Majella), è popolato da una rara avifauna e da piccoli mammiferi. Vi abitano specie animali pregiate come il picchio dorsobianco, il picchio dalmatino, la balia dal collare, il lupo, l’orso e il gatto selvatico.
Punto di partenza in estate per escursioni e passeggiate a cavallo, in inverno è luogo ideale per la pratica dello sci di fondo ed itinerari escursionistici. La Regione Abruzzo, con L.R. n. 66/86, ha istituito su questo territorio (550 ettari) la prima Riserva naturale guidata, ricompresa ora nel Parco Nazionale della Majella.
Il percorso (Itinerario 10 del Parco) permette di godere e osservare questo ambiente unico.
Si parte dal piazzale del Bosco di Sant’Antonio, ci si inoltra per pochi metri all’interno della staccionata e si gira a destra percorrendo il sentiero che si immette nella faggeta per circa 800 m. Poi questo piega a sinistra e, più o meno in piano, in circa 700 m, raggiunge l’eremo di Sant’Antonio. Continuando il percorso verso sinistra, si rientra nel bosco e si torna al punto di partenza.