Mele della Valle del Giovenco

Mele della Valle del Giovenco

0
0

Il prodotto: le coltivazioni di ecotipi locali di melo sono ancora diffuse in moltissime zone interne d’Abruzzo, mentre altrove sono completamente scomparse.

Gli ecotipi maggiormente rappresentativi sono:

  • limoncella: mela a buccia gialla caratteristica per il gusto asprigno con polpa bianco-crema, consistente, acidula,croccante, profumata, non fondente.
  • cerina: detta anche “zitella” per la sua maturazione tardiva. .La buccia è di colore giallo citrino con sfumature rosse, abbastanza sottile, liscia, lucente e molto untuosa. Il frutto ha pezzatura media rotondeggiante, schiacciato ai poli conpolpa bianco-nivea, molto croccante, semi-succosa, dolce o molto dolce, lievemente profumata.

Come si prepara: questo albero da frutto si moltiplica per innesto.. Le tecniche di conduzione del frutteto sono a basso impatto ambientale, in quanto vengono effettuati in media solo 5 interventi all’anno per il controllo dei parassiti e per la concimazione si fa spesso ricorso a letamazioni. La conservazione viene effettuata in vecchie cantine fresche e al buio, dove le mele vengono sistemate in cassette, quindi coperte da panni di tela e conservate fino alla primavera successiva

Dove si produce: la località di elezione storica è quella di Ortona dei Marsi (AQ), in provincia di L’Aquila, situata a 1003 m s.l.m. sulla Valle del fiume Giovenco, da sempre nota per la qualità delle sue mele.

Storia: dalle vecchie cronache ottocentesche si apprende che per le popolazioni di campagna la primavera era, almeno nelle annate povere di raccolti, la stagione della fame. Così il giorno della mietitura era un momento di grande festa, perché era sinonimo di pane e abbondanza. Fonti locali fanno sapere che proprio in occasione della mietitura la gente del posto era solita preparare “l’acquata”, vino molto leggero ricavato dalla torchiatura di mele e dalla seconda torchiatura dei raspi d’uva. Questa bevanda, conservata con grande cura, veniva portata dalle donne agli uomini che lavoravano nei campi verso le nove del mattino, perché molto dissetante e poco alcolica. Si deve aggiungere che fino a non molto tempo fa tra i boscaioli di Bisegna e di San Sebastiano, da una parte, e i contadini di Ortona dei Marsi, dall’altra, esisteva una forma di baratto in base al quale gli uomini dei boschi scambiavano le pianticelle di melo selvatico con i prodotti della campagna.

Fa parte di: Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT)

L.T-20-05-2020

42.0061188, 13.7405019