Description
É un ecotipo diverso dall’aglio comune per colore e dimensione e ha un leggero sapore piccante. Risulta avere il più alto contenuto di oli essenziali sia nel bulbo sia negli scapi fiorali.
Si caratterizza per l’elevata conservabilità (anche un anno, se tenuto in luogo asciutto), ma soprattutto per l’aroma particolarmente intenso. Particolarmente adatto per l’utilizzazione degli estratti in campo farmaceutico ed erboristico per le sue importanti proprietà farmacologiche e antibiotiche, per la presenza dell’allicina.
Ha proprietà disinfettanti per l’apparato digerente e respiratorio e ostacola la formazione dei radicali liberi, svolgendo un’importante azione antitumorale; è utilissimo per chi soffre di ipertensione e colesterolo alto.
É prevalentemente coltivato nei territori della Valle Peligna che circondano Sulmona (AQ), Anversa degli Abruzzi, Bugnara, Corfinio, Introdacqua, Pacentro, Pettorano sul Gizio, Popoli, Pratola Peligna, Prezza, Raiano, Roccacasale, Vittorito.
É impiegato in massima parte per il consumo fresco, ma innumerevoli sono i suoi utilizzi in tanti piatti tradizionali della cucina abruzzese.
A Sulmona la Sagra dell'Aglio Rosso di Sulmona si svolge solitamente il secondo fine settimana di Luglio. La manifestazione principe è a Campo di Fano, frazione di Prezza (AQ). La manifestazione nel corso degli anni ha acquistato sempre maggiore importanza sino a diventare un appuntamento da non perdere per produttori, operatori commerciali, esperti di alimentazione, tecnici, autorità e rappresentanti del mondo agricolo, oltreché per tanta gente proveniente da tutta la regione per divertirsi e gustare le varie specialità a base di aglio rosso.
La Valle Peligna è terra di antica tradizione agricola, raccontata da Publio Ovidio Nasone, poeta sulmonese dell’era augustea (Amores, lib. II, 15. vv. 8-10). Una delle prime testimonianze letterarie sulla coltivazione dell’aglio in Valle Peligna risale alla prima metà dell’800 con Panfilo Serafini che documenta, tra l’altro, il commercio di aglio. Anche Teodoro Bonanni, a fine ‘800, parla di questa coltivazione nel libro Le antiche industrie della provincia dell’Aquila (1888).
Documenti d’archivio risalenti al 28 luglio 1917 in piena guerra mondiale, attestano quanto fosse già avanzato il commercio e l’esportazione dell’aglio tanto da costringere il comune a emettere un’ordinanza per disciplinarlo. Nello stesso anno Viani pubblica il suo Trattato di Orticoltura nel quale parla di aglio rosso, definendolo “varietà pregiata, sia per la precocità sia per la larghezza della sua testa di colore rosso vinoso”, e sul manuale del Gorini del 1977 "La coltivazione dell’aglio", si legge ciò che è valido ancora oggi: “il Rosso di Sulmona è molto richiesto all’estero data la sua precocità e le dimensioni notevoli della testa”. Infine sul Manuale dell’Agronomo (Reda, 1980) si legge che il gruppo varietale dell’aglio a bulbo rosa comprende il pregiato Rosso della provincia dell’Aquila.
Fa parte dell'Arca del Gusto Slow Food, Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).
Squisite ricette tradizionali sono connotate dalla presenza dei suoi bulbi e scapi floreali, chiamati anche “tolle”, “zolle” o “crastetelli” che somigliano ad asparagi con un diverso e inconfondibile sapore.
Le tolle (dette anche zolle o crastarielli) sono gli steli croccanti e appetitosi del fiore della pianta dell’aglio.
Una volta raccolti gli steli, bisogna prendere solo la zona centrale più morbida ed eliminare punta e base.
Le tenere fiammelle delle tolle delicatamente profumati di aglio, rappresentano una nota gourmet e lievemente piccante delle tavole più raffinate. Si utilizzano come ghiotti e ricercati contorni da abbinare ad arrosti di carni, come ingredienti di memorabili frittate, ridotte in crema per insuperabili bruschette, per condire la pasta o per accompagnare formaggi stagionati.
Sono squisite con le fave, cotte in pentola con po' di olio extravergine d’oliva, acqua, sale e basilico.
A maggio sono celebrate a Tollo, in provincia di Chieti, nell'evento "Tolle e fave".