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La Riserva Naturale statale Valle dell’Orfento Valle è una delle più spettacolari dell’Appennino dal punto di vista naturalistico. La Valle dell'Orfento è situata sul versante nord-occidentale della Majella. Agli inizi degli anni '70 è diventata Riserva Naturale dello Stato ed attualmente ricopre una superficie complessiva di 2606 ettari.
Il territorio, tutelato e gestito dai Carabinieri Forestali, costituisce il cuore del Parco Nazionale della Majella. Dalla cima più alta della Riserva (Monte Focalone, m 2.676), si aprono pareti rocciose verticali ed anche a strapiombo, dall’alto delle quali si aprono grandiosi panorami. Imponenti bastionate rocciose formano grandi tettoie sporgenti che furono riparo degli eremiti che vi ricavarono luoghi di culto rupestre.
Tra i 9 eremi della valle il più famoso è l'Eremo celestiniano di San Giovanni, uno dei più isolati e suggestivi della Majella a 1227 metri s.l.m., cui si accede attraverso una scalinata ed un camminamento ricavati nella parete rocciosa, la cui larghezza in alcuni punti non è più ampia di 20 centimetri, sicuramente il più inaccessibile degli eremi frequentati dall'eremita Pietro da Morrone, divenuto poi papa con il nome di Celestino V, il quale vi dimorò tra il 1284 e il 1293. Vi si può accedere dopo aver ritirato la registrazione gratuita di accesso presso il Centro Visita della Valle dell'Orfento di Caramanico. Lungo i pascoli troviamo i tholos, complessi pastorali in pietra a secco, straordinario universo di architettura spontanea, legati alla vita dell’uomo sulla montagna e alla pastorizia nati per mano di operosi contadini e pastori transumanti.
Alle quote più alte, oltre i 2.400 metri vegetano piante come il Papavero alpino e la Stella alpina dell’Appennino, nella fascia dei pascoli Genziane e Pino mugo, tra le rocce la la Peonia selvatica, il Giglio rosso, il Giglio martagone. Nella fascia intermedia si trovano il Faggio, l'Acero montano, il Nocciolo e il Sorbo e, più in basso, il Carpino nero, il Carpino orientale, gli Aceri l'Orniello, la Roverella il Maggiociondolo e il Leccio più in basso. Nella Riserva vive il stabilmente il Lupo mentre l'Orso bruno marsicano la utilizza soprattutto come zona di transito e rifugio temporaneo. La reintroduzione del Cervo e del Capriolo è iniziata nel 1983. Sono presenti, il Gatto selvatico, la Lince, la Lontra, l'Arvicola delle nevi, la Vipera dell’Orsini, il Ghiro. Uccelli rari abitano la Riserva come il Falco pellegrino, il Lanario, lo Sparviero e l'Aquila reale. Tra gli uccelli tipici di alta quota il Fringuello alpino, il Culbianco, la Coturnice. Molto interessanti sono anche gli Uccelli rupicoli Gracchio corallino il Picchio muraiolo e, nelle faggete il Picchio rosso maggiore, il Picchio verde, il Ciuffolotto e coppie nidificanti di Merlo dal collare. Lungo il corso dell’Orfento vive il Merlo acquaiolo, simbolo della Riserva (Fonte: Ufficio per la Biodiversità Corpo forestale dello Stato).
Tra gli itinerari da percorrere, di diverso grado di difficoltà, da segnalare il Sentiero delle Scalelle che parte dal centro visita al Ponte di Caramanico lungo il fiume Orfento, senza dubbio il più affascinante, attrezzato da ponticelli e staccionate che consente di esplorare la profonda gola ricca di fogliame, dove sgorga il fiume il Sentiero della Libertà, trekking di circa tredici chilometri lungo il percorso compiuto nel 1943 dal soldato neozelandese John Evelyn Broad, fuggito dal campo di lavoro di Acquafredda nei pressi di Roccamorice (PE) per raggiungere i soldati alleati attestati sulla linea del Sangro, al di là della Linea Gustav presidiata dai tedeschi.
Nel Centro visite di Caramanico con sale espositive, sala convegni e proiezioni, biblioteca, Museo naturalistico e archeologico "Paolo Barrasso", sorto nel 1986 su iniziativa del Corpo Forestale dello Stato, vengono rilasciate le autorizzazioni per visitare la Riserva concesse a gruppi di non più di 10 persone e vengono rilasciate il giorno stesso della visita. Si possono richiedere inoltre visite guidate. L’intera struttura è accessibile a portatori di handicap e la sezione archeologica anche a non vedenti e ipovedenti.