Description
Compie mezzo secolo la Riserva Naturale statale Valle dell’Orfento, una delle più spettacolari dell’Appennino, dove la natura selvaggia riempie gli occhi di bellezza.
Tra fiori di ogni colore, muschi, licheni, fragorose cascate questo angolo di Paradiso sa regalare grandi emozioni e pacificare cuore e mente.
Situata sul versante nord-occidentale della Majella, la Riserva Orientata Statale Valle dell'Orfento fu istituita nel 1971 ed è gestita dai Carabinieri Forestali.
Cuore del Parco Nazionale della Majella, la forra, ricoperta di muschi, salici e felici è stata scavata con impeto dal Fiume Orfento che ha dato il nome alla Valle omonima. Grandiosi i panorami che si aprono dal Monte Focalone a quasi tremila metri d'altitudine, tra le vette principali del Massiccio della Majella, dove fioriscono il Papavero alpino e la Stella alpina dell’Appennino, mentre tra le rocce si affacciano le Peonie selvatice, i Gigli rossi e i Gigli martagoni.
Scendendo verso i pascoli della Riserva, dove fioriscono le Genziane e il Pino Mugo, si offre allo sguardo l'incanto dei tholos, i, complessi pastorali in pietra a secco, straordinario universo di architettura spontanea, legati alla vita dell’uomo sulla montagna e alla pastorizia nati per mano di operosi contadini e pastori transumanti. Nella fascia intermedia si trovano il Faggio, l'Acero montano, il Nocciolo e il Sorbo e, più in basso, il Carpino nero, il Carpino orientale, gli Aceri l'Orniello, la Roverella il Maggiociondolo e il Leccio.
Imponenti bastionate rocciose formano grandi tettoie sporgenti che furono riparo degli eremiti che vi ricavarono luoghi di culto rupestre. Tra i 9 eremi della valle il più famoso è l'Eremo celestiniano di San Giovanni, uno dei più isolati e suggestivi della Majella a 1227 m slm, cui si accede attraverso una scalinata ed un camminamento ricavati nella parete rocciosa, la cui larghezza in alcuni punti non è più ampia di 20 centimetri., sicuramente il più inaccessibile degli eremi frequentati dall'eremita Pietro da Morrone, divenuto poi papa con il nome di Celestino V, il quale vi dimorò tra il 1284 e il 1293. Vi si può accedere dopo aver ritirato la registrazione gratuita di accesso presso il Centro Visita della Valle dell'Orfento di Caramanico.
Nella Riserva vive il stabilmente il Lupo mentre l'Orso bruno marsicano la utilizza soprattutto come zona di transito e rifugio temporaneo. La reintroduzione del Cervo e del Capriolo è iniziata nel 1983. Sono presenti, il Gatto selvatico, la Lince, la Lontra, l'Arvicola delle nevi, la Vipera dell’Orsini, il Ghiro.
Uccelli rari abitano la Riserva come il Falco pellegrino, il Lanario, lo Sparviero e l'Aquila reale. Tra gli uccelli tipici di alta quota il Fringuello alpino, il Culbianco, la Coturnice. Nei boschi vivono il Gracchio corallino ,il Picchio muraiolo e, nelle faggete, il Picchio rosso maggiore, il Picchio verde, il Ciuffolotto e coppie nidificanti di Merlo dal collare. Lungo il corso dell’Orfento vive il Merlo acquaiolo, simbolo della Riserva.
Tra gli itinerari da percorrere, di diverso grado di difficoltà
- il sentiero delle scalelle, adatto anche ai più piccoli che parte dal centro visita fino al Ponte di Caramanico lungo il fiume Orfento. E' senza dubbio il più affascinante, attrezzato da ponticelli e staccionate che consente di esplorare la profonda gola ricca di fogliame, dove sgorga il fiume. Semplice e breve il sentiero costeggia nel primo tratto il Centro Visite, la Casa del Lupo e l’Area faunistica della Lontra europea. Il Centro Visite ha all’interno un piccolo museo con una sezione naturalistica dedicata alla geologia e ai fossili della Majella e una sezione archeologica con numerosi reperti rinvenuti in Majella settentrionale. Il Centro Lontra oltre ad avere finalità scientifiche e riproduttive, è dotato di un recinto didattico ove è possibile osservare quattro lontre durante le loro naturali attività. Le visite guidate vengono effettuate in piccoli gruppi al crepuscolo (centro visite di Caramanico). Il percorso giunge in breve ad una spettacolare balza panoramica e prosegue in discesa su ripidi gradini intagliati nella roccia (prestare attenzione se bagnati) al termine dei quali, in prossimità di una stretta curva, si apre una vasta cavità sotto roccia che un tempo ospitava l’eremo di S. Cataldo. Con comodi tratti a mezza costa si giunge in breve sul fondo della valle e scendendo a sinistra, attraverso una serie di ponticelli di legno, si costeggiano alte pareti di roccia. Dopo una cascata artificiale, il sentiero prosegue costeggiando un antico canale che portava acqua ad un mulino, oggi non più in funzione. Alla fine di questo tratto pianeggiante, il sentiero sale con comodi scalini che conducono sul ponte di Caramanico, dove l’itinerario ha termine. E' possibile utilizzare la navetta per il ritorno nel centro di Caramanico Terme.
- il Sentiero della Libertà, trekking di circa tredici chilometri lungo il percorso compiuto nel 1943 dal soldato neozelandese John Evelyn Broad, fuggito dal campo di lavoro di Acquafredda nei pressi di Roccamorice (PE) per raggiungere i soldati alleati attestati sulla linea del Sangro, al di là della Linea Gustav presidiata dai tedeschi,
- gli itinerari ad anello verso il Ponte Vallone, l'Eremo di Sant'Onofrio, l'Eremo di San Giovanni, il borgo di Decontra,
Nel Centro visite di Caramanico con sale espositive, sala convegni e proiezioni, biblioteca, Museo naturalistico e archeologico "Paolo Barrasso", sorto nel 1986 su iniziativa del Corpo Forestale dello Stato,vengono rilasciate le autorizzazioni per visitare la Riserva concesse a gruppi di non più di 10 persone e vengono rilasciate il giorno stesso della visita. Si possono richiedere inoltre visite guidate.