Panoramica
La riserva di Feudo d'Ugni si estende per circa 1563 ettari all'interno del Parco Nazionale della Majella, ed è tra le più interessanti specialmente dal punto di vista geologico per la presenza di sistemi carsici di eccezionale rilievo.
Nella riserva sono censite ben 1700 specie floreali, fra cui spiccano 50 tipi di rare orchidee; fra macchie di pino mugo e ginepro, si possono trovare la soldanella della Majella, la stella alpina appenninica, l'androsace della principessa Matilde e il genepì appenninico, mentre gigli martagoni, soldanelle e pinguicole crescono nelle radure, tra le faggete della fascia pedemontana.
La Riserva ospita una grande quantità di specie di uccelli tra cui il falco pellegrino, l'aquila reale e il lanario, e numerosi sono i mammiferi costantemente presenti quali il gatto selvatico, la puzzola, la martora, il cervo e il lupo appenninico.
Il Feudo d'Ugni è un ideale punto di partenza per escursioni all'interno del Parco e per l'avvistamento dei camosci.
Nella Riserva sono presenti tre Rifugi montani, in muratura, dei quali due aperti al pubblico e liberamente fruibili.
Diverse sono le testimonianze di un’antica frequentazione umana della zona. Nella Grotta Nera, cavità posta a circa 1500 metri sono stati rinvenuti frammenti ceramici del tardo medioevo. La Grotta dei Faggi, a quota 1200 metri in località impervia e di difficile accesso, scoperta solo nel 1988, è tra le più lunghe della Maiella (310 metri) e presenta evidenti tracce antropiche (graffiti, lastricati e resti di bivacco) ed animali.
La formazione vegetazionale più caratteristica e preziosa della Riserva è la boscaglia a pino mugo, che copre una superficie totale di circa 350 ettari. Si tratta di un ecosistema relitto del periodo freddo post-glaciale, rimasto sugli Appennini Centrali solo sulla Majella e alla Camosciara.
La fauna comprende mammiferi protetti dalla Direttiva Habitat e in pericolo di estinzione come l’orso e il lupo, grandi ungulati come il cervo, il capriolo e il camoscio, uccelli rari e protetti come l’aquila reale, il falco pecchiaiolo, il piviere tortolino, il picchio dorsobianco, il merlo dal collare, il crociere, il fringuello alpino, il gracchio corallino e quello alpino, nonché la rarissima vipera dell’Ursini, anch’essa strettamente protetta dalla Direttiva Habitat. Presenti anche varie specie endemiche di alcuni ortotteri atteri di alta quota (Podismini) e il raro e minacciato lepidottero Parnassius apollo (protetto a livello europeo).
(https://rgpbio.it/riserva/feudo-ugni/)
Il rifugio D'Ugni (detto anche Montagna D'Ugni o Ugni I) si trova nel territorio di Pennapiedimonte ad un'altitudine di 1.863 metri s.l.m., lungo la cresta orientale del Monte D'Ugni, con vista su un paesaggio magnifico che spazia su tutta la Costa Adriatica e, nelle giornate più limpide, fino alla Croazia.
La struttura non è gestita ed è di proprietà dei Carabinieri Forestali, e si sviluppa su un unico piano con due stanze comunicanti ed accessibili; nella prima stanza troviamo un'area soggiorno con, camino, tavolo ed alcune suppellettili, mentre nella seconda stanza ci sono n°4 letti. L'edificio è dotato anche di un lavabo che tuttavia non è sempre fornito di acqua, ma è possibile trovarla presso una fonte nelle vicinanze del rifugio (a circa 100 metri), raggiungibile imboccando, nei pressi di un fontanile per gli animali, il ramo destro di una carrareccia che scende verso valle.
Al rifugio D'Ugni si può arrivare percorrendo il sentiero G4, salendo in direzione Cima Murelle dall'area pic-nic "La Valle", oppure risalendo il vallone di Palombaro lungo il sentiero G5 che giunge al rifugio Martellese (2.035 metri s.l.m.) e da qui riscendere sul sentiero G4.
Contatti: Centro Informazioni di Pretoro
https://www.parcomajella.it/ugni.htm