Descrizione
Inaugurato il Cammino Grande di Celestino che congiunge L’Aquila e Ortona (CH), dal cuore dell'Abruzzo fino al mare.
Lo storico Cammino di Celestino diventa parte di un grande tracciato che congiunge i luoghi del Papa eremita e che entro il Giubileo del 2025 collegherà Roma a Vieste.
Il 22 giugno 2022, nella bellissima chiesa di Santo Spirito nella Badia Morronese è stato ufficialmente comunicata la piena operatività delle nuove tappe che andranno dall’Aquila a Sulmona e da Serramonacesca a Ortona. 225 km circa che uniscono il cuore della Regione al mare Adriatico toccando luoghi straordinari: dalla Basilica di Collemaggio lungo la Valle dell’Aterno, tra paesi medievali e siti archeologici, fino alla Valle Peligna e alla Maiella; da qui tra gli eremi e i santuari della Montagna Madre fino al mare a Ortona.
Dalla Basilica di Collemaggio di L’Aquila si raggiunge Sulmona per la valle dell’Aterno toccando gli abitati di Stiffe, Campana, Fontecchio, Beffi, Castelvecchio Subequo e Raiano. Raggiunta la Conca Peligna il Cammino prosegue per l’itinerario “originario” sulla Maiella, mentre gli ultimi tre giorni coincidono con i passi del Cammino di San Tommaso fino alla Cattedrale dell’apostolo a Ortona e al mare.
Il tracciato originario toccava i soli eremi rupestri della Maiella e del Morrone (90 km), abitati da Pietro da Morrone. Secondo la storiografia recente l'Abruzzo fu una delle prime regioni a ricevere il messaggio cristiano, grazie alla sua vicinanza con Roma. Le montagne impervie della nostra regione hanno rappresentato, nel corso dei secoli, un luogo adatto alla vita anacoretica e alla meditazione, tanto che in tutto l'Abruzzo si contano quasi cento eremi. Ancor oggi donano al visitatore il ricordo della magia e della sacralità che li hanno caratterizzati nel corso del tempo. Tra le figure di Santi eremiti che hanno abitato questi luoghi, la più emblematica è sicuramente quella di Pietro Angelerio, nato ad Isernia nel 1215, conosciuto come Fra Pietro dal Morrone, divenuto successivamente Papa con il nome di Celestino V e noto per il suo rifiuto al pontificato dopo solo pochi mesi.
L'itinerario originario che nacque nel 2018 per volontà del Parco Nazionale della Majella per far conoscere al mondo il suo patrimonio di eremi rupestri, si percorre in 6 giorni ed è suddiviso in 6 tappe con due varianti, interamente a piedi sulla Rete Sentieristica Ufficiale del Parco, con pochissimi tratti su strade sterrate o asfaltate, ricalcando i sentieri che percorsi da Celestino V. Lungo il percorso si visitano sette eremi rupestri, due abbazie, un sito tombe rupestri, 2 siti archeologici e 10 comuni: Sulmona, Pacentro, Roccacaramanico, Caramanico, Decontra, Roccamorice, Abbateggio, Lettomanoppello, Manoppello e Serramonacesca. La partenza avviene alla Badia Celestiniana di Sulmona e dopo aver toccato Pacentro, Roccacaramanico, Caramanico Terme, Roccamorice e Lettomanoppello si conclude all'Abbazia di S. Liberatore a Maiella nel comune di Serramonacesca.
Il tracciato del “Cammino Grande di Celestino” con un grande tracciato che volgerà il suo sguardo a Collemaggio dell’Aquila dove Pietro fu incoronato e al collegamento con la Via Francigena che con molta probabilità l’eremita utilizzò per raggiungere nel 1273 il Concilio di Lione II in Francia per chiedere il riconoscimento del suo ordine per arrivare nel tempo, fino a Vieste dove Pietro dimessosi da Papà e inseguito dagli uomini del Papa Bonifacio VIII intendeva imbarcarsi per la Dalmazia. Un percorso che tocca attraverso un medesimo itinerario tre riconoscimenti UNESCO come Global Geopark Maiella, la Perdonanza Celestiniana e la Transumanza.
Le nuove tappe:
Tappa 1 - Valle dell'Aterno - dall'Aquila a Fontecchio: al cospetto della Basilica di Collemaggio ha inizio il Cammino Grande di Celestino. Si parte sul lato sinistro della basilica passando di fronte alla Porta Santa dove ogni anno tra il 28 e il 29 di agosto si perpetua la Perdonanza Celestiniana istituita nel 1294 e che dal 2019 è patrimonio immateriale dell'UNESCO.
Per la strada asfaltata si raggiunge il fondo valle e ci si dirige verso Monticchio dove si prosegue tra i campi e passando nei pressi della necropoli di Fossa. Scoperta per caso nel 1992 si tratta di una delle necropoli più grandi del centro sud con circa 500 tombe scavate. All'altezza di Villa Sant'Angelo vi è la deviazione per San Demetrio ne' Vestini e per il tratturo Magno (Cammino dei Vestini). Si prosegue però verso Stiffe dove ci sono le famose grotte (www.visitsandemetrio.it) e la cascata. Poco più avanti il Cammino tocca il Ponte Romano di Campana sul fiume Aterno e ai piedi dell'omonimo abitato. Il ponte risale al I secolo d.C. e fu fatto erigere assieme ad altri 11 nella valle dall'Imperatore Claudio. In leggera salita per una strettissima strada asfaltata e infine su sentiero si raggiunge la bella Fontecchio.
Tappa 2 - da Fontecchio a Castelvecchio Subequo: si torna nella valle e lungo il fiume per l'ippovia su fondo asfaltato che giunge alla stazione di Beffi. Qui ha inizio il sentiero che arriva alla base del colle su cui sorge Beffi, frazione di Acciano. Circa 15 minuti a piedi occorrono per risalire al borgo, ma poco prima dell'ultima ripida salita un altro sentiero conduce di nuovo al fiume dove è possibile ammirare il ponte romano sul fiume Aterno che, secondo la leggenda, fu attraversato da Celestino V in compagnia di Carlo II D'Angiò diretto a L'Aquila dove sarebbe stato incoronato Papa. Giunti a Beffi la vista sui versanti boscosi della Valle dell'Aterno è straordinaria così come lo è la struttura del borgo fortificato con la sua torre pentagonale del XII secolo (Ass. Aternostrum, 3479048731). Poco più in alto la chiesa di San Michele Arcangelo. Nei pressi della torre ha inizio il sentiero che conduce di nuovo al fiume e alla Stazione di Acciano (1 ora circa di Cammino). Qui ha inizio il lungo tratto di asfalto per Castelvecchio Subequo e che volendo può essere evitato in treno (Stazione di Acciano - Stazione di Molina Aterno). Da Molina Aterno si raggiunge poi Castelvecchio Subequo con circa 3 km.
Tappa 3 - da Castelvecchio Subequo a Raiano: questa tappa con partenza da Castelvecchio Subequo gradualmente lascia la valle dell'Aterno e il Parco Regionale Sirente - Velino per scendere in Valle Peligna in vista del Morrone e della Maiella.
Dal paese si scende di nuovo al piano per la strada asfaltata e si raggiunge Castel di Ieri dove vale la pena fermarsi per visitare il suo bel centro storico a forma di “fuso” e dove si può gustare la micischia (o mcischia), un piatto a base di cane di pecora, o di capra, non giovane e non troppo grassa che viene disossata, salata, pepata, condita con vari aromi ed essiccata mediante esposizione al fumo. Usciti dal paese si prosegue fino al cimitero dove si devia a sinistra, ma prima di questa deviazione è consigliabile proseguire dritti fino alla chiesa della Madonna del Soccorso e ancora oltre fino al tempio italico risalente (la parte oggi visibile) alla fine del II secolo a.C. a dedicato a Giove Egioco.
Si torna indietro fino al cimitero dove inizia la salita al valico tra il monte Urano e il Monte Ventola (circa 1 ora di salita). Superato il valico si apre una vista straordinaria sulla valle Peligna. Qui un ripido sentieri taglia i tornanti della strada e scende a Raiano.
Tappa 4 - da Raiano a Sulmona: tappa che si svolge interamente in Valle Peligna al cospetto della montagna del Morrone. Usciti dall'abitato di Raiano ci si dirige verso Corfinio lungo una comoda strada rettilinea giungendo in breve all'Abbazia di San Pelino che, edificata nel 1075, è tra le più belle chiese romaniche d'Abruzzo. Singolare è la storia dell'antica Corfinium che oltre 2000 anni fa venne eletta capitale dei popoli italici impegnati nella guerra sociale contro Roma. Qui fu coniata la moneta dove apparve per la prima volta la parola Italia. Si prosegue in discesa per una stradina nel bosco che conduce sul fondo della valle dove ha inizio la risalita del fiume Vella. Si raggiunge così Pratola Peligna dove attraversando il centro storico si giunge al Santuario della Madonna della Libera, qui molto venerata, a cui si attribuisce la liberazione del paese dalla peste del XVI secolo. Da vedere anche la chiesa di San Pietro Celestino. Si prosegue nella parte alta del paese tra i campi e piccole contrade abitate per giungere infine in pieno centro a Sulmona.
Il cammino riprende con l'itinerario originario del Cammino di Celestino , con una modifica alla tappa 10 con la quale si può decidere di raggiungere Manoppello o Serramonacesca, al quale si aggiungono le ulteriori tappe di:
Tappa 11 - da Manoppello San Martino sulla Marrucina: questa tappa e le due successive si svolgono sul medesimo tracciato sul Cammino di San Tommaso (www.camminodisantommaso.org). Dal Santuario del Volto Santo si prosegue per il sentiero S in direzione di Serramonacesca con brevi ma ripidi tratti in salita, mentre a valle si apre la vista sul mare. Si raggiunge così la base del colle Ciumina su cui sorge il Castel Menardo, struttura difensiva fatta erigere tra il XII e il XIV secolo. Dopo la visita si torna a valle dove si prosegue per l'Abbazia di San Liberatore a Maiella incrociando il Sentiero S che scende dall'Eremo di Sant'Onofrio. Prepositura cassinese, l'Abbazia romanica di San Liberatore è tra le più belle d'Abruzzo con un ambone datato 1180 e un pavimento cosmatesco del 1275. Poco sotto l'abbazia il fiume Alento scorre in una piccola forra verde e ospita sulle pareti le tombe rupestri risalenti al primo insediamento monastico. Si prosegue per la strada asfaltata fino a trovare sulla sinistra il ripido sentiero che sale alla torre di Polegro (circa 30 minuti) dalla quale si scende per una sterrata fino a Pretoro. Si tocca il centro di Rapino per proseguire in discesa sul fondo della valle. In salita si raggiunge il Centro di San Martino sulla Marrucina.
Tappa 12 - da San Martino sulla Marrucina a Crecchio. La Maiella è ormai lontana e il mare è sempre più vicino. I boschi lasciano sempre più spazio ai campi coltivati e ai vigneti che dominano il paesaggio.
Da San Martino sulla Marrucina si scende a valle per poi risalire a Filetto, paese della festa del peperoncino piccante. Ancora qualche discesa e salita e si giunge al Convento della Santissima Annunziata e al sottostante Parco Territoriale Attrezzato. Si prosegue verso Canosa Sannita per giungere infine al Castello di Crecchio. Il castello ducale De Riseis-D'Aragona a Crecchio è stato ampliato in più fasi a partire dal 1600 e fu bombardato nel giugno del 1944 riportando gravi danni. Il 9 settembre 1943 ospitò la famiglia reale dei Savoia in fuga verso Brindisi.
Tappa 13 - Da Crecchio ad Ortona. Il Cammino è giunto al termine e al mare! Dal magnifico centro storico di Crecchio si scende nel vallone sottostante fino a Contrada Baccile - parco dei Mulini dove la traccia lascia l'asfalto e sale ripida tra i vigneti. Tornati sul piano e superato un incrocio si prosegue ancora tra le vigne fino a sbucare sulla trafficata SS 538 dove si prosegue per poche centinaia di metri verso valle per deviare subito a destra per la strada Macinini. Da qui sempre su asfalto giungeremo fino in centro a Ortona fino Piazza della Repubblica dove si trova l'Ufficio IAT (vedi info sotto). Qui potrete ritirare il vostro testimonium. A lato dell'ufficio per corso Matteotti si potrà raggiungere la Cattedrale di San Tommaso Apostolo (348.5183686, 085 9062977) e con un ultimo sforzo il castello aragonese e il mare. Dal castello una scalinata conduce sulla pista ciclabile della Via verde della Costa dei Trabocchi lunga 42 km e da Ortona scende lungo il vecchio tracciato della ferrovia adriatica fino a Vasto. dove noleggiare una bici in città e proseguire il viaggio.
Entro il Giubileo del 2025 il Cammino Grande di Celestino giungerà fino a Roma e verso sud fino a Vieste con un itinerario di oltre 500 km.
Il Cammino Grande di Celestino può essere percorso nelle seguenti formule (e per ognuna si ottiene il Testimonium finale):
- Da L'Aquila a Ortona 225 km > 13 giorni
- Sulmona - Serramonacesca (Cammino classico) 97 km > 6 giorni
- L’Aquila - Serramonacesca 170,5 km > 10 giorni
- Sulmona - Ortona 151,5 km > 9 giorni