Descrizione
Da L’Aquila a Guardiagrele, passando per la Valle Peligna, alla scoperta di una delle specialità regionali da gustare nei giorni di festa.
Che sia friabile o morbido, farcito con nocciole, mandorle o altro, bianco o ricoperto di cioccolato, impastato con zucchero o miele, nelle sue mille declinazioni il torrone è indissolubilmente legato alla tradizione dolciaria natalizia dell’intera Penisola. Anche l’Abruzzo non fa eccezione, potendone vantare diverse tipologie, inserite dal Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) ed apprezzate anche al di fuori dei propri confini.
A cominciare dal torrone tenero al cioccolato aquilano, specialità tipica nata dalla fantasia e dall’intraprendenza della famiglia Nurzia, attiva fin dal 1835 con un proprio laboratorio di pasticceria fondato dal capostipite Gennaro nella frazione di Arischia. È al figlio Francesco Saverio e, soprattutto, al nipote Ulisse che si deve però la geniale intuizione di aggiungere nei primi anni del ‘900 il cioccolato ai classici ingredienti utilizzati fino ad allora nella lavorazione, creando un impasto morbido e profumato che nel tempo diventerà il fiore all’occhiello dell’intera produzione, tanto che oggi con il nome Nurzia non si identifica solo il produttore, ma anche la stessa tipologia di torrone. La ricetta è ancora quella originale di più di cento anni fa, custodita gelosamente dai membri della famiglia giunta ormai alla settima generazione. L’impasto viene fuori da una mescolanza di miele, albume montato a neve, zucchero e vaniglia, arricchita con nocciole tostate (in misura non inferiore al 30%) e cacao. Steso a caldo tra due fogli di ostia, viene lasciato asciugare e successivamente tagliato nelle caratteristiche stecche di diverso peso e dimensioni, ed infine commercializzato in eleganti confezioni in stile liberty.
La stessa forma e consistenza si riscontra anche nel torrone tenero al cioccolato di Sulmona, prodotto anticamente nel comune peligno e nelle zone limitrofe, come da comprovate documentazioni amministrativo-contabili conservate dai produttori locali, nonché da foto storiche, materiale pubblicitario e vecchie confezioni.
Infine, spostandoci in provincia di Chieti, il torrone di Guardiagrele viene realizzato esclusivamente nella città di pietra narrata da Gabriele d’Annunzio. Conosciuto come Aelion in virtù dell’antico nome del borgo, è realizzato con mandorle intere tostate mescolate in recipienti di rame – oggi sostituiti da contenitori in acciaio – insieme a zucchero, cannella, vaniglia e frutta candita. Al termine della lavorazione si presenta compatto, di dimensioni ridotte (circa 8 centimetri di lunghezza e 3 di altezza per 80 grammi di peso), colore scuro, mediamente croccante e con un gusto deciso ma non eccessivamente dolce, nonostante la spolverata finale di zucchero semolato. Si dice fosse apprezzato particolarmente anche dallo scrittore marsicano Ignazio Silone che lo condivideva con i suoi amici romani.