Panoramica
Il complesso di Santa Maria di Propezzano sorge nella valle del Vomano, a poca distanza dall'abitato di Morro d'Oro in provincia di Teramo. Le origini dell'abbazia benedettina sono legate alla leggenda dell'apparizione della Vergine propizia ai miseri (Santa Maria ad Praetutiarum da cui Propezzano) avvenuta il 10 maggio del 715 nel luogo dove sorgeva già una chiesetta, che su richiesta della Madonna fu ampliata. La notizia dell'apparizione è riportata nella bolla pontificia con cui Bonifacio IX concesse alla chiesa delle indulgenze ed è stata tramandata per mezzo di un'iscrizione quattrocentesca affrescata sulla facciata della chiesa ed attraverso episodi dipinti ad affresco sia nella chiesa ('400) che nel chiostro ('600). Santa Maria di Propezzano presenta influssi borgognoni e caratteri tipologici tardo romanici accostabili alle soluzioni sperimentate nel duomo di Atri e nella chiesa cistercense di Santa Maria Arabona. L'interno, completamente realizzato in cotto, presenta una pianta rettangolare divisa in tre navate da archi a tutto sesto. La semplice geometria della forma cubica dei capitelli è ingentilita dal colore caldo del cotto, lavorato con particolare accuratezza. Sulla terza arcata di sinistra si conserva un interessante ciclo di affreschi databile al 1499, che narra le vicende della fondazione di Santa Maria ed un'Annunciazione. Il corpo centrale è il tratto più antico, corrispondente alla chiesa romanica, mentre i due corpi laterali sono realizzati nel Trecento. Alla seconda metà del Quattrocento risale il nuovo rimaneggiamento che conferisce l'aspetto definitivo all'intera facciata; i lavori sono operati su iniziativa dei cardinali Acquaviva, abati commendatari dell'abbazia di Propezzano. La decorazione della Porta Santa è generalmente attribuita a Raimondo di Poggio, per via delle evidenti analogie che presenta con il portale laterale del duomo di Atri, firmato dallo scultore e datato 1302. Nelle lunette del chiostro si conservano gli affreschi seicenteschi realizzati dal pittore di origine polacca Sebastiano Majewski. Al 1597 risalgono invece gli affreschi che ornano le pareti del refettorio con scene rappresentanti sempre le storie della Vergine cosiddetta del "Crognale", voce dialettale che indica l'albero di Corniolo vicino al quale avvenne la miracolosa apparizione.