Panoramica
Affacciato sulla Valle Peligna, l'eremo conserva ancora l'aspetto severo e inaccessibile che aveva all'epoca del Santo. La zona più interessante e suggestiva è costituita dall'oratorio e dalle due successive cellette dove dimorarono San Pietro Celestino e il Beato Roberto da Salle. L'oratorio è coperto da affreschi eseguiti dal Maestro Gentile da Sulmona nel 1200. La parte di fondo rappresenta una crocifissione con Maria e San Giovanni ai piedi della Croce; sulla lunetta dell'ingresso sono raffigurati San Benedetto tra i Padri eremiti Mauro e Antonio. Sulla parete di sinistra è visibile un ritratto di Celestino raffigurato con abito monastico e con mantello bianco. Al centro, un semplice e antico altare reca incastonato nel mezzo un crocifisso di pietra che, secondo la tradizione, Celestino V avrebbe benedetto durante la messa che qui celebrò in abiti pontificali prima di recarsi a Napoli. L'edificio comprende una serie di celle e locali, recentemente restaurati e che sino ai primi di questo secolo ospitarono isolate figure di religiosi ed eremiti laici. Qui Pietro Angelerio, futuro Papa Celestino V, trascorse gran parte della sua vita. Tra le sue mura si conserva la memoria di Papa Celestino V, Santo confessore, ritiratosi qui nel giugno del 1293. Questo fu l'ultimo eremo fatto costruire da fra' Pietro dopo il 1290, egli vi si stabilì nel 1293, ma vi rimase solo un anno fino al giorno in cui venne eletto Pontefice.
L'eremo fu abbandonato nel 1807 in seguito alla soppressione di alcuni ordini religiosi ma fu in seguito nuovamente abitato da una serie di eremiti, laici e religiosi. Tra queste mura, mentre osservava il digiuno penitenziale in onore della Vergine Assunta e di San Pietro, frà Pietro fu raggiunto dalla notizia della sua elezione al papato. La tradizione racconta che il Crocifisso dinnanzi al quale il Santo pregava accennò con il capo e solo allora Pietro pronunziò queste parole: "Do il mio assenso ai voti del Sacro Collegio ed accetto il Sommo pontificato. Mi aiuti il Signore a portarne il gravissimo giogo". Il Petrarca, nel De Vita solitaria, racconta la vita di Roberto da Salle, il cui nome secolare era Santuccio e ricorda che questi, nel momento in cui il Celestino V stava per lasciare Sant'Onofrio, gli si inginocchiò dinnanzi e gli chiese la santa benedizione. A Sant'Onofrio Pietro ritornò dopo l'abdicazione al papato e vi rimase nascosto fino al febbraio del 1295 quando partì con il desiderio di raggiungere la Puglia per imbarcarsi verso la Grecia. Il luogo di culto è meta di pellegrinaggi e riti propiziatori, quali lo strofinamento (litoterapia) delle parti del corpo doloranti sulle pareti della grotta che si apre nella zona sottostante all'eremo abitata da Celestino; la grotta presenta uno stillicidio di acque, alle quali i fedeli attribuiscono poteri taumaturgici così come la raccolta di polvere, calcinacci e ramoscelli di piante che crescono intorno al santuario e il lancio delle pietre dal terrazzo, che simboleggiano gli influssi negativi e i dolori. Il Santo viene festeggiato il 12 giugno, ma anche il 19 maggio, giorno della morte di Celestino V, i fedeli si recano all’Eremo. Dalla frazione Badia si raggiunge il belvedere che offre un punto ristoro e un’area picnic e si sale su un sentiero attraverso gradini di roccia in un tempo di circa 20 minuti. Il percorso non presenta particolari difficoltà. I bambini vanno sempre accompagnati da un adulto.