Panoramica
Era solo un “Muro” con “un castello veccio”, Morro d’Oro, in provincia di Teramo, ai tempi in cui nel 1021 si parlò per la prima volta del borgo in una donazione fatta da Adelberto De Aprutio in favore del Monastero di Montecassino.
Oggi il paese vi assicura un soggiorno privilegiato, con una vista magnifica, che si estende dall’Adriatico alla Valle del Vomano, fino alle maestose vette del Gran Sasso d'Italia, e quel “Muro”, mucchio di pietre, è diventato un elegante borghetto, che conserva nella parte più antica la sua struttura quattrocentesca.
Tra le viuzze, trovate la grande chiesa di San Salvatore e San Nicola, a pianta rettangolare di circa 20 metri per 40, suddivisa in tre navate ciascuna di cinque campate.
Accanto al monumento religioso, Palazzo De Gregoriis vi accoglie con il suo Museo della Civiltà contadina, Arti e Tradizioni popolari, visitabile su appuntamento: è una ricca esposizione di oltre 300 oggetti che raccontano oltre due secoli di attività agricole ed artigiane, disposti su tre piani, con varie sale da vedere, come quelle del grano, della vinificazione, della lavorazione della terra, della tessitura e degli oggetti casalinghi, quest’ultima assolutamente da non perdere.
La perla più bella del territorio la trovate a pochi chilometri dal centro. Ecco a voi, nel suo semplice splendore, l’Abbazia di Santa Maria di Propezzano, che si schiude in un ampio piazzale circondato da oliveti e da vigneti.
La tradizione dice che fu eretta in seguito a un’apparizione della Madonna, il 10 maggio 715, ma quella che state ammirando risale forse al 1285 e vi si presenta con la tipica struttura romanica e la disposizione dei monasteri benedettini, perfettamente conservata nella forma originaria, grazie ai pochi ed eccellenti restauri compiuti con materiali appropriati, che nel tempo si sono succeduti.
Osservate il bellissimo portale in pietra, detto Porta Santa, probabile opera di Raimondo di Poggio, nei primi anni del 1300, e lo spazioso interno a tre navate, con alcuni affreschi quattrocenteschi.
Nel chiostro dell’annesso monastero ammirate invece gli affreschi seicenteschi realizzati dal pittore di origine polacca Sebastiano Majewski, mentre al 1597 risalgono le pitture, che ornano le pareti del refettorio.
Siete nella provincia di Teramo, l’impero dei sensi, per cui la vostra tavola è adornata da una varietà di pietanze che, come si usa dire, “fanno resuscitare i morti”. Persino un piatto povero della tradizione, come i “Granetti con le fave”, vi pare un manicaretto principesco. Ma quando arrivano, fumanti, i Maccheroni alla chitarra, vi sentite come i “nuovi” sovrani d’Inghilterra. Anzi, di più.
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