Panoramica
Prende il nome dall’ultimo proprietario dell’antico casolare presente nella riserva, un tempo residenza di caccia dei Marchesi d’Avalos e oggi sede di un ristorante e luogo per eventi conviviali e promozionali come Naturalmente Rosa dedicato al Cerasuolo d’Abruzzo e Ventricina & Bollicine, in programma ogni anno durante i mesi estivi.
Il bosco rappresenta un relitto di formazione forestale igrofila ben conservato, in passato molto più esteso degli 8 ettari visibili oggi. A testimonianza della vera e propria foresta planiziale, l’attuale bosco relitto e ciò che resta delle antiche ed estese formazioni boschive del Sinello giace ad un’altitudine media di circa 25 metri su tre distinti terrazzi alluvionali in corrispondenza di un’ansa abbandonata del fiume Sinello, offrendo altrettante importanti tipologie vegetazionali.
L’aggruppamento più interessante è quello presente sul secondo terrazzo costituito dalla farnia – una quercia dal portamento maestoso, specie abbastanza rara e presente in Abruzzo quasi unicamente in provincia di Chieti – e dal carpino bianco, una consociazione presente esclusivamente al Bosco di Don Venanzio, a cui si associano l’olmo campestre, il frassino meridionale, l’orniello, il cerro, l’acero campestre e il carpino orientale.
Qui si possono ammirare gli alberi di maggiori dimensioni, con un’altezza media di 25-30 metri e con esemplari di un metro di diametro. Numerosi sono anche gli arbusti e le liane. Tra le specie erbacee troviamo, oltre a quelle più comuni, autentiche particolarità normalmente presenti nelle faggete in montagna ma visibili quasi al livello del mare, come l’anemone degli Appennini, il giglio rosso, l’aglio pendulo, il bucaneve e l’erba fragolina, che testimoniano del fresco microclima.
Sull’ultimo terrazzo, in prossimità del fiume e soggetta anche a periodiche inondazioni, si è insediata una formazione forestale dominata da pioppo bianco e canna del Reno. Vi sono anche alcune radure con specie più prettamente termofile e alcune orchidee spontanee. Infine, le rive del fiume sono occupate da fitti e rigogliosi saliceti. Le indagini condotte hanno in definitiva consentito di determinare ben 11 diversi habitat di interesse comunitario esclusivamente all’interno del perimetro dell’attuale riserva e, tra questi, 4 di livello prioritario.
La riserva ha interesse anche da un punto di vista faunistico. Tra le specie ittiche sono da citare il cavedano e il più raro barbo, ma anche carpa, anguilla, carassio e poco più a valle il cefalo calamita. Discrete le popolazioni di crostacei, ormai divenuti poco comuni, come il granchio di fiume e il gambero d’acqua dolce e, tra i rettili, la rara testuggine palustre e il ramarro. La ricchezza di acqua favorisce anche la presenza di anfibi come il tritone e la raganella.
All’interno della riserva sono state condotte anche indagini sugli insetti, ma la classe più abbondante è quella avifaunistica. Nel bosco sono molto diffusi i passeriformi e in particolare i silvidi, ma anche specie di ambienti forestali più mesofili come il pettirosso, il fringuello, il codirosso, il fiorrancino. Lungo il fiume si possono osservare l’usignolo, il martin pescatore e il pendolino. Nidificano anche rigogolo, tortora selvatica, ghiandaia e diverse specie di picchi. Durante l’inverno abbondano stormi anche di migliaia di esemplari di colombaccio oltre a tordi bottacci, tordi sasselli e specie acquatiche come aironi e anatre. Tra i rapaci più diffusi meritano attenzione il nibbio e, tra quelli notturni, l’allocco, il barbagianni e la civetta. Poco fuori dalla riserva nidifica anche la rara ghiandaia marina.
I mammiferi sono ben rappresentati dalla volpe, la talpa, il riccio, il cinghiale e dai mustelidi come il tasso, la faina, la puzzola e la donnola, mentre negli ultimi anni anche il capriolo è divenuto una specie comune. Nelle acque del Sinello non si esclude la presenza della lontra in quanto già diffusa nei limitrofi bacini del Sangro e del Trigno. Si conferma invece la ricolonizzazione nella riserva e nell’area costiera del lupo appenninico dopo circa 200 anni di assenza.
La Riserva regionale Bosco di Don Venanzio dispone di parcheggio, bar, punti info e ristoro e un’area picnic, con tavoli e panche anche tra i vigneti. Un percorso escursionistico conduce fino al mare della Costa dei Trabocchi e all’ingresso nord della Riserva regionale di Punta Aderci in prossimità del ponte sul fiume Sinello.