Panoramica
«Dall’estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli, si protendeva un trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale». Così il poeta Gabriele d’Annunzio, nelle pagine del suo romanzo Trionfo della morte pubblicato nel 1894, descrive mirabilmente il Trabocco Turchino a San Vito Chietino, il cui nome deriva proprio dal personaggio chiamato turchino, presente nel libro.
Dall’origine incerta e misteriosa, storicamente rappresentano delle antiche macchine da pesca sospese sul mare, collegate alla terraferma da una lunga ed ardita passerella, anche se non mancano alcuni esemplari di molo che invece ne sono privi.
Continuamente sottoposti ad opere di manutenzione a causa delle sollecitazioni atmosferiche, si compongono di una piattaforma retta da lunghi pali in legno di acacia conficcati sugli scogli in acqua dove al centro è fissato un argano necessario per calare ed issare una grande rete (bilancia), protesa verso l’esterno grazie ad un complicato intreccio legnoso di pennoni, antenne, travi, corde e funi. La struttura si completa con un casotto nel quale si stipavano le attrezzature e ci si riparava in caso di maltempo.
Non più attivi nella loro funzione originaria – è comunque possibile assistere a dimostrazioni di pesca che alcuni traboccanti organizzano per turisti e visitatori soprattutto nelle stagioni calde – oggi la maggior parte dei trabocchi ha perso la propria forma originale, essendo stati riconvertiti in ristoranti dove poter assaporare i succulenti piatti tipici della cucina marinara abruzzese, magari davanti ad un romantico tramonto, oppure celebrare matrimoni e ricorrenze felici immersi in uno scenario di straordinaria suggestione.
Includendo anche alcuni relitti presenti nella zona di Vasto, attualmente sono una trentina gli esemplari che si incontrano lungo i circa 40 chilometri del litorale regionale compreso nel territorio della provincia di Chieti tra i comuni di Ortona, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino – che comunque non ha trabocchi sul proprio tratto di mare – e Vasto, comunemente conosciuto appunto come la Costa dei Trabocchi. Le uniche due strutture pubbliche gestite dalle rispettive amministrazioni comunali per il tramite di associazioni locali sono il Trabocco Punta Le Morge a Torino di Sangro ed il Trabocco Turchino a San Vito Chietino. Quest’ultimo assume un fascino particolare in quanto scenario della già citata tragedia dannunziana insieme ad altri luoghi iconici della zona come il vicino Eremo dannunziano – nido d’amore del poeta e della sua diletta Barbara Leoni, le cui spoglie sono qui custodite dopo essere state traslate dal cimitero romano del Verano – e soprattutto il Promontorio dannunziano, dal quale si può godere di una vista spettacolare davanti alla bellezza ed all’immensità del mare.
Benché fuori dal perimetro dove storicamente queste antiche macchine da pesca sono concentrate, a seguito di lavori di ampliamento e ristrutturazione del porto turistico Marina Cala del Golfo a San Salvo – ultimo comune della costa meridionale abruzzese prima di entrare in Molise – è stata realizzata una struttura destinata esclusivamente alla ristorazione (Trabocco Diamante), di concezione e fattura moderne, anche per i materiali utilizzati, che nella forma si ispira a quella dei trabocchi.
Ricordando che lungo il molo nord del porto canale di Pescara sono presenti diverse strutture private sprovviste di passerella, di seguito indichiamo la dislocazione dei trabocchi lungo tutta la Costa dei Trabocchi, che consigliamo di raggiungere utilizzando i treni regionali in transito sulla Ferrovia Adriatica per poi pedalare o camminare sulla spettacolare e panoramica Via Verde della Costa dei Trabocchi, la pista ciclopedonale ricavata sull’ex tracciato ferroviario che procede interamente affacciata sul mare, parte integrante del progetto Bike to Coast che una volta completato unirà in un unico percorso ciclopedonale tutti i comuni balneari abruzzesi da Martinsicuro a San Salvo:
Ortona (1)
Trabocco Mucchiola – ristorazione
San Vito Chietino (5 + 2 di molo)
Trabocco San Giacomo – posizionato lungo la banchina, ristorazione
Trabocco Vento di Scirocco – posizionato lungo la banchina, ristorazione
Trabocco Punta Fornace – ristorazione
Trabocco Turchino – struttura pubblica, si organizzano visite guidate (*)
Trabocco La Chiave sul Mare (ex Gnagnarella, conosciuto anche come Caravaggio, Traforetto, Colle del Guardiano) – ristorazione
Trabocco Lupone – struttura privata (*)
Trabocco Valle Grotte – ristorazione
Rocca San Giovanni (7)
Trabocco Punta Tufano – attività didattiche per gruppi e scolaresche con annessa ristorazione
Trabocco Sasso della Cajana – ristorazione
Trabocco Punta Isolata – ristorazione
Trabocco Punta Torre – struttura privata (*)
Trabocco Spezzacatena – struttura privata
Trabocco Punta Cavalluccio – ristorazione
Trabocco Punta Punciosa – ristorazione
Fossacesia (2)
Trabocco Pesce Palombo – ristorazione
Trabocco Punta Rocciosa – ristorazione
Torino di Sangro (1)
Trabocco Punta Le Morge – struttura pubblica, si organizzano visite guidate (*)
Vasto (8+5 di molo)
Trabocco Punta Aderci – struttura privata (*)
Trabocco Trimalcione – posizionato lungo la banchina, ristorazione
Trabocco posizionato lungo la banchina, struttura privata
Trabocco posizionato lungo la banchina, struttura privata
Trabocco Pennaluce – posizionato lungo la banchina, struttura privata
Trabocco PuntAmare – posizionato lungo la banchina, ristorazione
Trabocco Punta Vignola – struttura privata, solo relitto (*)
Trabocco Vignola – struttura privata, solo palizzata (*)
Trabocco La Canale – struttura privata (*)
Trabocco Rosa dei Venti – struttura privata (*)
Trabocco San Nicola – struttura privata (*)
Trabocco Cungarelle – ristorazione
Trabocco Trave – ristorazione
(*) Nel 2019 la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Abruzzo ha avviato il procedimento per chiedere al Ministero della Cultura il riconoscimento dell’interesse culturale per i trabocchi contrassegnati dall’asterisco (*) al fine di garantirne la giusta valorizzazione.