Partendo da Ovindoli, il primo borgo in cui fermarsi è Fossa, con il suo centro storico costruito intorno alla “Ciciuvetta”, un mitreo scavato nella roccia viva nel 201 d.C. che accoglieva l’idolo del Sole Invitto. Colpisce il frequente ricorso agli archi nell’architettura delle abitazioni, derivante da un’antica leggenda secondo la quale l’unico modo per sfuggire agli spiriti cattivi era quello di rifugiarsi sotto un arco. Interessante la visita a una delle necropoli più antiche dell'Età del Ferro della regione dove si possono scoprire le architetture tombali di questa parte dell’Abruzzo e si può intuire il caratteristico rito funerario dell’epoca.
Per chi ama la speleologia è d’obbligo una sosta alle Grotte di Stiffe nelle vicinanze di San Demetrio ne’ Vestini che, con i loro 700 metri di lunghezza, sono caratterizzate da cascate e laghetti di grande suggestione. Il vero protagonista delle grotte è il Sirente che, da un piccolo ruscello con acqua tranquilla e cristallina, diventa un fiume con rapide e cascate. In diversi tratti della Grotte si possono ammirare bellissime concrezioni, stalattiti e stalagmiti che formano, a seconda delle figure che evocano, luoghi dai nomi affascinanti: Sala del silenzio, Sala della cascata, Sala delle concrezioni, Sala del lago nero e Sala dell’ultima cascata.
La tappa successiva è Prata d’Ansidonia. Qui la chiesa di S. Nicola, rifatta in forme barocche nel ‘700, conserva un elegante ambone scolpito del 1240, considerato da alcuni come il più bello d’Abruzzo. A circa 3 km dal paese si trova l’area archeologica di Peltuinum che si erge sull’intera vallata, dove si possono ammirare elementi del teatro romano e resti delle mura di cinta urbica.
Nella zona di S. Pio delle Camere vedrete affiorare qua e là le torri che testimoniano la presenza di antichi castelli o fortilizi costruiti per difesa e avvistamento, come quello di S. Pio e, più avanti, quello di Bominaco. Quest’area è nota come la “via dello zafferano”, per la coltivazione della preziosa spezia, l’oro rosso d’Abruzzo. Con i resti del Castello e le due chiese di S. Pellegrino e S. Maria Assunta, Bominaco formava il monastero benedettino di Momenaco. La chiesa di S. Maria Assunta del XI-XII secolo, costruita sulla roccia, è un notevole esempio di chiese basilicali romanico-abruzzesi, con uno splendido interno ricco di capitelli, architravi e oggetti sacri. Nell’oratorio di S. Pellegrino, gli affreschi del XIII secolo sono tra le più alte manifestazioni pittoriche del Medioevo nella regione.
Fontecchio vi accoglierà con il suo antico centro medioevale, in parte cinto da mura e contraddistinto da viuzze e tornanti. Caratteristici i numerosi archi che formano porticati tra gli edifici, le cosiddette “botteghe medioevali” con le loro scalette in pietra, la fontana del ‘300 di scuola viterbese, composta da una vasca poligonale con 14 facce divise da pilastrini, e le cosiddette “pagliare”, abitazioni che testimoniano l’antica cultura pastorale e contadina abruzzese.
Prima di rientrare a Ovindoli, un’ultima tappa è per Secinaro, il paese dei mulattieri e dei tagliatori di ghiaccio. Di grande interesse sono la chiesa di S. Nicola, costruita sui resti del castello medievale, e la chiesa di S. Maria della Consolazione sorta su un antico tempio pagano.
In questa zona anche la tavola ha un sapore deciso di bosco e di montagna: i funghi, i formaggi (tipico il pecorino di Fossa), le profumate ricotte di capra, gli antichi cereali, i legumi, il tartufo. I primi sono a base di pasta fresca fatta in casa come le fettuccine allo zafferano, la “chitarra” ai funghi porcini, le pappardelle con cinghiale, la zuppa di farro. I secondi di carne (maiale, agnello, vitello, cinghiale) sono cotti sulla pietra o arrosto. Tra i dolci, tipici sono le “ferratelle” prodotte con una piastra arroventata sul fuoco, gli amaretti e i “nocci con le mandorle”.