Un viso in bianco e nero, una sigaretta a metà, un cappello: è’ l’immagine più popolare di Modesto Della Porta.
Guardiagrele lo ricorda con “Modesta…mente. 82 anni senza Modesto Della Porta”, rendendogli omaggio con una commemorazione davanti alla statua del poeta nella Villa comunale e una manifestazione che si terrà venerdì 24, in piazza San Francesco, con la recitazione delle poesie dialettali del poeta “Gli amici di Modesto e l’umorismo abruzzese”.
Sabato 25 alle 19 sarà inaugurata la Passeggiata Modesto Della Porta nella Villa comunale verso quel "Belvedere" tanto caro al poeta.
Per chiudere domenica 26 Mario Palmerio presenterà il suo libro “Modesto Della Porta. Il poeta dei disegni non riusciti”, in Piazza San Francesco.
Considerato uno tra i più conosciuti poeti dialettali abruzzesi, Modesto Della Porta nacque da modesta famiglia a Guardiagrele (CH) il 21 marzo 1885. Fin da ragazzo dimostrò di possedere un umorismo pungente, sia pure velato da una punta di malinconia, che sarà la caratteristica di tutte le sue poesie che amava recitare agli amici del paese.
"Modesto non era andato a scuola oltre le elementari e per lui parlare l’italiano equivaleva a tradursi in altra lingua. E se per ipotesi il suo dialetto natio fosse stato il napoletano, oggi Modesto Della Porta avrebbe forse un posto fra il Viviani e i De Filippo"(Antonio Picone Stella).
La sua produzione poetica, apprezzata da molti uomini di cultura come Francesco Paolo Michetti, Raffaele Paolucci e Luigi De Giorgio, fu essenzialmente diffusa oralmente o solo mediante la stampa periodica locale fino a quando, nel 1933, l'editore lancianese Gino Carabba pubblicò le sue poesie in un volume intitolato “Ta-pù, lu trumbone d’accompagnamente”, dal nome di uno dei suoi più noti componimenti, che raccoglieva un’ampia scelta di componimenti dellaportiani. Fu subito un grande successo di pubblico tanto che il volume dovette essere più volte ristampato.
Modesto Della Porta è di certo la voce più popolare dell’Abruzzo per la schiettezza dei temi e per la loro precisa rispondenza alla mentalità e al tessuto sociale dei paesi abruzzesi di montagna. Egli sa cogliere nella struttura narrativa gli aspetti semplici, il valore delle sane tradizioni, l’arguzia e la sapienza popolare che tanto sta a cuore al lettore medio, il quale guarda alla poesia dialettale come a un gioco ove si riflettono i buoni sentimenti e da cui può scaturire un sorriso di compiacimento e di complicità.
L. Toppeta 24-07-2020