Descrizione
"mai avrei creduto di uscire dal Duomo atriano con la netta sensazione di aver contemplato uno dei capolavori della pittura italiana del secondo Quattrocento.” (Mario Cobuzzi)
"Andrea de Litio - i luoghi e le opere" inaugurata sabato scorso, è un'esposizione delle opere pittoriche del grande maestro del Quattrocento Abruzzese, nato a Lecce nei Marsi e formatosi alle scuole umbre e toscane, considerato uno dei maggiori esponenti tardogotici e rinascimentali dell’Italia Centromeridionale, definito da Vittorio Sgarbi come "l'espressione di un grande Rinascimento Italiano" che potranno essere ammirate, sebbene in copia, presso la Sezione dell’Archivio di Stato di Avezzano di Palazzo Torlonia, aperto in via straordinaria, con ingresso in Via XXIV Maggio. Nel corso della visita sarà possibile assistere alla proiezione di un filmato sulla vita e delle opere del pittore. La mostra rimarrà aperta per tutto il mese di novembre, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 13.
É stato proprio Vittorio Sgarbi a comporre l'introduzione di "Andrea Delitio. Catalogo delle opere", di Giovanbattista Benedicenti, Lorenzo Lorenzi (Edizioni Centro Di, 2001) il primo catalogo completo delle opere del maggiore pittore abruzzese del Quattrocento della cui vita pochissimo è noto, ma la cui attività gli studiosi presumono si sia svolta nell’arco di tempo che va dal 1430 al 1480 ca. Il volume raccoglie i più recenti e inediti studi sulle opere di Delitio, pittore che ha affascinato alcuni tra i maggiori storici d’arte.
Di Andrea de Litio (o Delitio) non si hanno molte notizie. Il suo paese natale è certamente individuato in Lecce dei Marsi e la sua data di nascita intorno intorno al 1420. Date certe sono quelle del 1442 che lo vedono impegnato nell'affresco della Chiesa di Sant'Agostino a Norcia e il contratto firmato nel 1450 per la realizzazione degli affreschi di Santa Maria della Scarpa a Sulmona, "la più importante chiesa francescana medievale d'Abruzzo" . Datato il San Cristoforo del 1473 realizzato a Guardiagrele nella Chiesa di Santa Maria Maggiore nel quale egli si firma come de Litio.
Tra le sue opere più note la splendida Madonna in trono, detta Madonna di Cese, ora nel Museo di Arte Sacra del Castello Piccolomini a Celano (AQ), la Pala di San Silvestro di Mutignano a Pineto (TE), la Madonna col Bambino e Santi nella nella chiesa di Sant'Agostino ad Atri (TE), la Madonna con Bambino, San Sebastiano e San Rocco della Cona di San Sebastiano a Isola del Gran Sasso (TE), la Madonna del Latte del convento di Sant'Amico, gli affreschi della Cappella di San Sebastiano a Castelli (TE), la Madonna in trono e Santi, presso il Museo Barbella, lo Sposalizio mistico di Santa Caterina e la Crocifissione presso il Museo Nazionale, gli affreschi della Chiesa di San Giovanni Battista a Lucoli (AQ), il ciclo di affreschi della Basilica Concattedrale di Atri (TE).
Evidente è l'influsso della pittura rinascimentale fiorentina, di Beato Angelico, Sassetta, Paolo Uccello, Piero della Francesca nelle Storie di Maria che fanno parte del ciclo insieme a Cristo Eucaristia, Evangelisti, Dottori della Chiesa, Virtù, Santi, paesaggio e ritratti che si dispiega sulle quattro pareti del coro, sui due pilastri poligonali ai lati dell'ingresso e sulla volta a crociera della Cattedrale di Atri. Gli affreschi del Duomo di Atri rappresentano uno dei massimi capolavori di pittura del Quattrocento in Abruzzo distinguendosi per l'innovazione artistica propria di Andrea de Litio che attinge, nelle sue raffigurazioni, ai Vangeli apocrifi preservate dalla tradizione orale attraverso i cantastorie che giravano per le città, come il Vangelo dello Pseudo Matteo che narra episodi della natività di Maria, dell'infanzia del Cristo, di San Giuseppe artigiano.
Le opere di Andrea de Litio, in gran parte sul territorio abruzzese, fanno parte di importanti collezioni all’estero in musei, fondazioni ed enti culturali come il Metropolitan Museum di New York, la Walters Art Gallery di Baltimore, la Rhode Island School of Design di Providence, la collezione Kisters di Kreutzlinger.