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Il brodetto alla vastese sul Wall Street Journal

Sbarca a New York con "un gran finale" una delle ricette più iconiche d'Abruzzo

Data:

11 febbraio 2025

Tempo di lettura:

4 min

Argomenti
Il brodetto alla vastese

Descrizione

Il Brodetto alla vastese celebrato sul Wall Street Journal a firma di Kathleen Squires..

"Nel porto di Vasto, in Abruzzo, vecchie piattaforme da pesca in legno si estendono nel mare Adriatico. Alcuni di questi trabocchi ora ospitano ristoranti che servono brodetto di pesce, un piccante stufato di frutti di mare a base di pomodoro che in realtà è un pasto in due parti: divora il pesce, quindi cuoci la pasta nel sugo di cottura rimanente... "

Un "gran finale" per il gusto e il desiderio insaziabile di quel sapore unico, tanto da arricchire un piatto di pasta che decreterà l'ulteriore e definitiva soddisfazione per il palato è ben descritto nell'articolo che celebra la rivisitazione dello chef Nick Anderer e sua moglie Natali Johnson che, in visita a Vasto hanno avuto l'ispirazione per creare un binomio vincente nel loro ristorante a New York. 

Una volta terminato di gustare il pesce nel brodetto che utilizza pescato locale di stagione,  vengono fatti scendere tagliolini fatti in casa che assorbono tutto il prezioso sapore del brodo di cottura. Il piatto servito è abbondante, tanto da poterlo anche dividere in due per creare un momento di "intima" condivisione, sorseggiarlo, gustarlo intingendovi il pane e, attendere, ormai senza fretta, l'arrivo della pasta.

 

 

 

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L'originale
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Il brodetto alla vastese
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Il brodetto alla vastese
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La ricetta del “Brodetto alla Vastese” in dialetto “Lu vrudatte a la uastareule” nel 2019 è stata depositata presso uno studio notarile di Lanciano in base alla documentazione inviata e la liberatoria di Pino Jubatti, autore del disciplinare, dal Consiglio di Presidenza dell'Accademia Italiana della Cucina su proposta della Delegazione di Vasto. 

La ricetta prevede l'utilizzo di merluzzo, triglia, sogliola, gallinella, razza, calamari, cicale, tracina, scorfano, suacia, pescatrice, cozze, vongole, con tempi diversi di cottura secondo il loro grado di consistenza, pomodorini, peperone rosso dolce, peroncino piccante, aglio, prezzemolo, basilico, olio d’oliva e sale cucinato e servito nella “tijelle”, il tegame di terracotta,  in modo che una volta servito, conservi ancora il bollore.

 

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La via del Brodetto
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costa contina via del brodetto alla vastese, pagina fb comune di Vasto
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costa contina via del brodetto alla vastese, pagina fb comune di Vasto
Descrizione Paragrafo

L'antica via Costa Contina che collegava il centro storico di Vasto alla Marina  un percorso pedonale che offre scorci spettacolari.

Il percorso, di valenza storica naturalistica e paesaggistica, immersa nel verde, dotata di un moderno impianto di illuminazione, di panchine per la sosta e rastrelliere per le bici, lungo quasi ottocento metri, che tocca la Loggia Amblingh, Fonte Nuova, Madonna della Neve fino ad arrivare a Vasto Marina, è stato inaugurato e reso fruibile dopo un prezioso progetto di recupero e di adeguamento dell'antica via, denominata "del Brodetto" e ripercorre la strada vicinale attraversata dai pescatori che, dalla Marina arrivavano a Piazza del Popolo per la vendita del pescato, trasportato nei "panari", grandi ceste di vimini e dagli ortolani che trasportavano con l'aiuto degli asini la loro mercanzia. 

Lungo il percorso spesso gli uomini del mare e gli uomini della terra si incontravano per fruttuosi scambi di mercanzie: i frutti dell'orto in cambio dei frutti del mare, l'antica pratica del baratto che diede vita ad uno dei piatti più prelibati dell'enogastromia vastese: il brodetto, la famosa zuppa di pesce di Vasto piatto principe delle degustazioni sui trabocchi della cucina marinara abruzzese, colorato di pomodoro fresco, peperone, aglio e prezzemolo, che nasce per utilizzare tutta la minutaglia di piccoli ed eterogenei pesci che costituivano “la scafetta”, il cesto di pesce che il pescatore poteva far proprio.

All'inizio del percorso si possono ammirare i resti della piccola chiesa rurale della "Madonna della neve" o "Maria SS della Neve" alla quale ogni "Urtulàne" (ortolano) rivolgeva le sue preghiere, lungo gli aranceti e gli orti rigogliosi dove si coltivavano varietà autoctone oggi scomparse. La pala d'altare si trova, a seguito della frana del 1816 che distrusse parzialmente la piccola chiesa rupestre e la fontana adiacente,  presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore, dove si conserva la preziosa reliquia di una spina della corona di Cristo e dove permane la tradizione di festeggiare la Vergine il 5 agosto, giorno scelto, non a caso per l'inaugurazione del percorso presso la Fonte Nuova ricostruita nel 1849, utilizzando le acque delle vicine sorgente. Lungo il percorso a tratti compare il Golfo di Vasto, in tutta la sua bellezza, mentre è possibile ammirare dal basso il centro storico, dalla storia millenaria, arroccato su un’altura che domina il golfo. A breve sarà realizzato un sentiero per raggiungere in breve tempo il Monumento Alla Bagnante, nota come Sirenetta, opera fusa in bronzo si erge dal 1979 sullo scoglio di Scaramuzza, realizzata dallo scultore abruzzese Aldo D'Adamo.

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Ultimo aggiornamento

11/02/2025, 08:44

Pubblicato da Laura Toppeta