Descrizione
Passa per Aveia, antica città dei Vestini a poche decine di chilometri a sud est di Amiternum, odierno abitato di Fossa (Aq), il Cammino tra i vestini...
Nel territorio di Fossa, in località Casale, nel corso del 1992, in occasione dei lavori per la realizzazione di un impianto industriale, vennero individuati dal signor Adriano Torrecchia di Poggio Picenze, reperti archeologici attribuibili a corredi funerari dell'Età del Ferro. Da questa scoperta prese avvio una serie di campagne di scavo ad opera della Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo grazie alla quale vide la luce la Necropoli di Fossa, ' una delle principali necropoli monumentali del centro Italia, definita la piccola "Stonehenge d'Abruzzo".
Le campagne di scavo hanno infatti, riportato alla luce differenti modalità e stili costruttivi relativi alle sepolture dalla preistoria all'epoca romana: l'appellativo di Stonehenge deriva dal rinvenimento di menhir, posizionati sulle tombe degli uomini dell'epoca più antica.
Le fonti epigrafiche e gli studi effettuati nel corso degli anni hanno portato ad identificare l'antica città in parte sotto Fossa, in parte più a valle. E' possibile che tratti di mura identificate sotto Ocre, possano riferirsi ad Aveia, così pure resti di abitazioni civili, di archi, di viadotti, di acquedotti. Sembra che Aveia rimase prefettura anche in epoca imperiale, pur godendo dei privilegi inerenti allo stato di municipio, come risulta da un'iscrizione del III sec d.C., in cui è nominato il municipio di Veja. Frontino riferisce che dopo aver ricevuto lo stato di prefettura, Aveia venne trasformata in una colonia. Fu sicuramente un centro di una certa importanza, in quanto era ubicata sulla confluenza delle grandi arterie di comunicazione con i Sabini e con i Marsi. La città era attraversata dalla Claudia Nova, proveniente da Foruli, che si innestava alla Valeria. E' difficile stabilire il periodo di estensione della vita della città che è riportata anche nella Tabula Peutingeriana.
Negli anni sono proseguite le ricerche nella zona circostante i resti del "Palazzo del re", il monumento pubblico dell'antica Aveia, presso i comuni S. Eusanio, Ocre, S. Demetrio Ne’ Vestini ed oggi, un importante progetto, gravido di potenzialità e sviluppo per il territorio che prende vita grazie ai fondi del PNRR con i quali è stato finanziato il “Cammino tra i Vestini" che prevede nuovi scavi archeologici, il recupero del patrimonio edilizio, allestimenti museali, valorizzazione dell’architettura rurale, una nuova segnaletica ed un sito web dedicato.
Capofila del progetto, il Comune di Navelli (Aq) insieme ai comuni di Caporciano, San Demetrio Ne’ Vestini,Prata D’Ansidonia, San Pio delle Camere, Fossa e Villa Sant’Angelo, di concerto con l’Usrc, Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere.

Tante le bellezze monumentali e paesaggistiche che saranno toccate attraverso tappe medio-lunghe come la Necropoli di Fossa, la chiesa Santa Maria a Cryptas, di recente restituita, dopo i restauri, alla sua secolare bellezza, che sorge in un luogo isolato, a circa un chilometro dal paese di Fossa, sorta probabilmente come tempio nel IX o nel X secolo d.C, la cui muratura esterna si compone di file di pietre quadrate, tra le quali sono presenti resti ed elementi provenienti dagli edifici della antica città romana di Aveja, sul cui sito sorge l'attuale Fossa, le Grotte di Stiffe a San Demetrio Ne' Vestini dove ammirare laghetti, rapide e cascate alte fino a 20 m., stalattiti e stalagmiti di notevole dimensione, o ambienti grandiosi dai suggestivi effetti visivi e sonori creati dall'acqua, il Lago Sinizzo, dalle acque smeraldine, Peltuinuim, città romana che sorgeva lungo la via Claudia Nova corrispondente all'attuale località di Civita Ansidonia, tra Prata d'Ansidonia e Castel Nuovo, governata da praefecti e da aediles e amministrato da sacerdotesse e da magistrae devote a Venere Felice, attraversata da est a ovest dalla via Claudia Nova, che qui corrisponde al tratturo, la chiesa di S. Paolo di Peltuino a poca distanza dall'abitato di Prata d'Ansidonia, in prossimità delle rovine dell'antica città vestina di Peltuinum che conserva frammenti altomedievali e pezzi classici provenienti dall'antica Peltuinum che inducono ad ipotizzare l'esistenza di una primitiva chiesa dell'VIII- IX secolo, il "Castello di Prata" o "Castel Camponeschi", borgo medievale ubicato sulla collina che sovrasta il sito archeologico di Peltuinum a Prata d’Ansidonia, composto da piccole case rurali di una stanza sola, e da due abitazioni più complesse, i palazzi gentilizi, Tussio, piccolo borgo medioevale al centro dell’Altopiano di Navelli, patria del tartufo e dello zafferano aquilano, l'Oratorio di San Pellegrino e la chiesa di Santa Maria Assunta che costituiscono un complesso di straordinario valore artistico legato alla storia e alla diffusione dell'ordine monastico di San Benedetto, splendidi esempi dell'architettura romanica abruzzese, il Castello-recinto di Bominaco, sulla cresta della montagna, in un punto raggiungibile attraverso un sentiero piuttosto scosceso, di grande suggestione paesaggistica, la Chiesa Santa Maria de' Centurelli a Caporciano, lungo il tratturo L’Aquila-Foggia, sulla biforcazione del ramo Centurelle-Montesecco, un tempo ricovero delle greggi e dei pastori che, durante la transumanza, percorrevano l'importante tratturo, il Castello di San Pio Delle Camere, aggrappato alle pendici del Monte Gentile che si affacciava dalla montagna a controllo della valle sottostante e dell'area corrispondente al famoso Tratturo Magno, che collegava L'Aquila a Foggia, la Chiesa campestre di Santa Maria delle Grazie che sorge in un ambiente di particolare bellezza naturale dal bellissimo rosone rinascimentale, il ghetto Ebraico e il Convento di Sant’Antonio a Civitaretenga, col suggestivo chiostro del XIII secolo, caratterizzato da alcune originali lunette raffigurante scene della vita del Santo, e l’annessa chiesa rinascimentale sulla cui facciata romanica si apre un incantevole portale, la chiesa di Santa Maria in Coerulis a Navelli, sorta su un tempio italico e restituita alla collettività dopo un importante restauro nel 2019, il convento San Giovanni da Capestrano, dalla spettacolare scala regia del 1750 dove si trova il Museo di San Giovanni da Capestrano, con oggetti appartenuti al santo, come il mantello, il bastone, i sandali e la bibbia di pergamena miniata regalatagli dal Papa Callisto III, oltre ad altri arredi sacri e documenti di grande rilievo storico come una bolla di Urbano IV del 18 aprile 1262, Aufinum, presso le sorgenti del Tirino, vastissima necropoli arcaica da cui proviene il simbolo dell'Abruzzo e della sua identità, il celebre guerriero, conservato presso il Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo a Chieti appartenente all' area archeologica compresa tra Capestrano, Capodacqua e Ofena di eccezionale interesse non solo per la quantità e la qualità di materiali rinvenuti nel passato, ma soprattutto per la più che notevole continuità di vita che essa presenta, vantando insediamenti dal neolitico almeno fino al periodo tardoantico riferita ad un unico centro di notevole entità, le sorgenti del Tirino, Capo d’Acqua, Presciano e il Lago, ricadenti nel territorio di Capestrano, uno dei più belli e limpidi d'Europa, il Lago di Capo d'Acqua, tra le dieci perle dei fondali d'Italia meta degli appassionati di immersione di tutto il mondo, definita "Atlantide d'Abruzzo" per la qualità dell'acqua e la presenza di numerosi resti sul fondo del lago, testimoni del villaggio che, in età normanna, contribuì alla fondazione di Capestrano.