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San Giuseppe il difensore: rituali di marzo a San Martino sulla Marrucina

Data:

17 marzo 2025

Tempo di lettura:

4 min

Argomenti
Processione di San Giuseppe

Descrizione

La festa di San Giuseppe è un evento religioso molto particolare e complesso, in quanto legata alla venerazione del santo che si oppose all’invasione della cittadina da parte dei francesi nel 1799. La festa civile è organizzata dal “Comitato”, che ogni anno si istituisce circa un mese prima della festa, che si tiene il 18 e 19 marzo di ogni anno. A questo sorta di associazione aderiscono tutti i cittadini che vogliono partecipare all’organizzazione della festa. Compito del Comitato è quello di reperire i fondi e questo, da secoli, avviene in un modo molto particolare.

In paese si realizzano piccoli pani,  chiamati “il pane di San Giuseppe”nel cui impasto viene messa dell’anice, e viene raccolta una certa quantità di vino, esclusivamente prodotto in paese e categoricamente rosso. Il pane ed il vino vengono quindi benedetti in chiesa e il Comitato, divisosi in piccoli gruppi, al suono di un tamburello, si reca nei paesi vicini, distribuendo il pane ed il vino benedetti in cambio di offerte (il pane va baciato prima di essere mangiato e quando si beve il vino bisogna recitare una preghiera, a simboleggiarne la sacralità per gli abitanti del paese).

Si arriva quindi al 18 di marzo, quando alla sera vi è “l’Esposizione”, una cerimonia in cui la statua del santo e l’intera chiesa gremita di fedeli vengono lasciate al buio per poi essere illuminate improvvisamente e inondate della musica della banda musicale che da fuori inizia a suonare, il tutto a rievocare il fragore dell’apparizione del Santo ai francesi. Il giorno dopo, inoltrandosi per la cittadina, il visitatore viene proiettato fuori dal tempo. Il centro storico brulica di venditori, come negli antichi mercati e si può assistere alla Processione del Santo, che deve raggiungere i 4 angoli del paese per benedirli. I fedeli procedono dietro la statua di San Giuseppe, mentre il corteo è guidato dall’antica “Congrega di San Giuseppe” dalla caratteristica mantellina azzurro cielo e dal saio bianco.
E’ questa che trasporta le insegne del Santo e una antica croce processionale che viene esposta solo una volta l’anno, in questa occasione.

Un improvviso fuoco pirotecnico potrebbe farvi sobbalzare il cuore,  i tipici dolci del paese, di vari tipi e sapori, potrebbero attirarvi o potreste esaltarvi a partecipare al “Carro”, una vera e propria asta di prodotti enogastronomici tipici, offerti dai cittadini. Il consueto concerto finale vi condurrà alla mezzanotte, quando lo spettacolo pirotecnico più grande chiuderà la festa, rievocando gli antichi tornei in cui nei secoli scorsi gli antichi maestri polverieri di San Martino si sfidavano in onore del Santo.

San Giuseppe, il difensore: Il culto del santo è molto antico a San Martino. La prima cappella venne realizzata tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo. Ad esso sono legate molte leggende, la più famosa delle quali racconta che un povero vecchio intimò alle truppe napoleoniche, nel 1799, di non assalire la cittadina.
Queste sorrisero della minaccia e si lanciarono al galoppo per raggiungere il paese, cercando di travolgere l’anziano. Ma una immensa luce inondò l’uomo che si manifesto per quel che in realtà era, San Giuseppe. I cavalli francesi si inginocchiarono e i soldati fuggirono atterriti, rivolgendo i loro attacchi alla vicina Guardiagrele e risparmiando il paese.

(Testo Comune di San Martino sulla Marrucina)

 

Titolo del Paragrafo
La patria della “chitarra maccarunare”
Immagine Paragrafo
Attrezzo per pasta alla chitarra
Credits Immagine Paragrafo
Fugsu cc by 2.0
Descrizione Paragrafo

San Martino sulla Marrucina e’ famoso per essere la Patria della celebre "chitarra" per fare i maccheroni (chitarra-maccarunare, ideata dai “setacciari” del territorio (artigiani che andavano di casa in casa ad aggiustare gli attrezzi della civiltà contadina) grazie all’introduzione in Italia del filo d’acciaio o acciaioso, diffuso dai tedeschi. Il suo scopo era semplice: rendere più facile alle massaie il taglio esatto delle “tajarelle”.

Dopo aver acquistato dagli artigiani locali questo prezioso attrezzo si potra’ fare un giro nel centro del paese e visitare la bella chiesa di San Cristinziano, la principale di San Martino e la più antica, già censita nel XIII secolo con le volte affrescate dall’artista della scuola guardiese Palmerio, nel XIX secolo, e una croce processionale Tardo-cinquecentesca dell’artista Pietro Paolo Gallucci da Guardiagrele.

Da visitare anche le chiese della Madonna del Colle, del XIV secolo, di San Rocco e della Madonna del Suffragio, tutte corredate da statue e oggetti sacri di raffinata fattura tra i quali  una croce processionale del XVI secolo, che viene custodita in un luogo segreto da un guardiano, che cambia ogni anno, ed esce alla luce solo per la processione del patrono.

 

Ultimo aggiornamento

17/03/2025, 10:59

Pubblicato da Laura Toppeta