Descrizione
C’è un delfino dormiente in ognuno di noi (Jacques Mayol, apneista)
Scoprire antiche strade, relitti, mulini, piante ed animali negli affascinanti ecosistemi che popolano le profondità delle acque dei laghi e del mare d'Abruzzo.
Tra le dieci perle dei fondali d'Italia il Lago di Capo D'Acqua, definito "La piccola Atlantide d'Abruzzo" è meta degli appassionati di immersione di tutto il mondo. Il lago racconta secoli di storia delle popolazioni italiche, ma soprattutto della storia dei Medici che acquistarono il Principato di Capestrano (AQ) per la presenza di un Mulino, ora sommerso. Le numerose sorgenti naturali immettono nell'invaso acqua fresca e cristallina che confluisce a valle nel Tirino. L'acqua è tersa anche per la sua temperatura costante che impedisce il formarsi di alghe e consente una visibilità ottimale. Due sono i mulini sommersi, uno mostra ancora le pale che azionavano le macine, il secondo mulino ha ancora diversi ambienti intatti. I ruderi che non si possono comunque toccare ed attraversare, sono sono meta di immersioni di sub che provengono da ogni parte del mondo, soprattutto dall’America, in particolare da New York, dalle isole Hawaii e dall’Australia per godere del fascino dei ruderi nascosti e delle acque cristalline, ma anche dello splendido scenario naturale del Parco Nazionale del Gran Sasso. La Repubblica cita il Lago tra nella Top Ten dei fondali d'Italia. Recente ed entusiasmante esperienza, adatta anche ai piccini, è rappresentata dalla possibilità di godere delle bellezze dei lago immergendosi con trimarani elettrici per la visione subacquea.
Suggestive le immersioni in località Prato Cardoso, nel magico ambiente del Lago di San Domenico nell'alta Valle del Sagittario, nel comune di Villalago, eccezion fatta per l'area nei pressi della diga, dove il diving è pericoloso per la presenza di convogliatori. Dall’unica spiaggetta del lago, sul lato di Prato Cardoso, si attraversa un romantico ponte ad archi sull’acqua. A circa dieci metri di profondità, si trova un suggestivo Presepe, allestito ogni anno anno dai sub locali che si compone di sei personaggi, in ceramica di Castelli, portati in processione dall'Eremo di sopra le zattere dopo il tramonto, alla luce delle fiaccole, fino a raggiungere il fondo del lago. Le sue acque, dal colore verde smeraldo intenso, sono ricche di fauna ittica e soprattutto di trote fario.
Muri, absidi, colonne e resti di edifici attendono i sub nel piccolo paradiso del Parco archeologico sommerso nel tratto di costa vastese compreso tra il Monumento alla Bagnante e il trabocco “Concarerella”, centro portuale dell'antica Histonium. I resti archeologici sommersi si trovano a una profondità massima di un paio di metri.Lo storico Luigi Marchesani riferisce che i resti murari attualmente sommersi riemersero nel 1816 e che furono quindi visti dai Vastesi quando le acque del mare si ritirarono a causa dell’innalzamento del fondale, avvenuto in coincidenza di un’enorme frana che sconvolse il settore orientale del promontorio su cui sorge Vasto.
Al largo della Riserva Naturale Punta dell’Acquabella che si estende per circa 28 ettari, tra il Porto di Ortona e San Vito Chietino, caratterizzata dagli agrumeti, dagli orti a mare e dalle vigne, ricchissima dal punto di vista della biodiversità, anche del popolo delle acque che si nasconde nella profondità di un'acqua particolarmente limpide alimentata dalla sorgente a sud di Ortona, proveniente dalla Maiella orientale che conserva un patrimonio del c.d. "paesaggio sensibile": l'antico borgo marinaro di Acquabella, rifugio nel primi anni del Settecento di pirati e corsari turchi. Attraverso sentieri di ciottoli di mare e di fiume il borgo si collegava alla costa, scenario dei primi scatti fotografici di Francesco Paolo Michetti che qui conduceva le sue modelle.

A duecento metri al largo dalla Punta Ripari di Giobbe, nell'omonima Riserva Naturale Regionale a nord di Ortona su una falesia rocciosa che si affaccia sul mare, a ridosso di una caletta nascosta, con ciottoli bianchi e acque cristalline, raggiungibile solo a piedi o via mare, ben conservata per via della difficile accessibilità e per la notevole instabilità dei versanti più ripidi.
Partendo dal Trabocco di Punta Tufano, dalla SS. 16 all’altezza di Vallevo’ nel comune di Rocca San Giovanni dove a 4 metri di profondità giace il Cristo degli Abissi dello scultore Vito Pancella. La prondità raggiungibile è di circa 7 metri. La buona visibilità consente agli appassionati della fotografia subacquea di immortalare la ricca fauna ittica.
Siti di particolare interesse per le immersioni sono i Ripari di Bardella tra Ortona e San Vito Chietino, nel tratto di costa esteso dalla spiaggia dell’Acquabella fino al Trabocco Mucchiola, spiaggia ciottolosa dove ha inizio la Costa dei Trabocchi e in corrispondenza di Punta cavalluccio (a Sud di Fossacesia marina) nei pressi del Relitto del vaporetto, che si trova a circa otto metri di profondità, popolata da molte specie acquatiche tra le quali la Cymodocea nodosa specie protetta.
Perfetto per lo snorkeling, mantenendo la testa in immersione e il corpo a pelo d’acqua le splendide acque della Riserva del Cerrano dove sono frequenti avvistamenti di delfini, istituita con decreto del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare del 2009, Sito di Interesse Comunitario e parte della Rete Natura 2000 che ospita molte specie animali marine, specie di avifauna insolite e particolari.
E' consigliato di contattare anticipatamente i comuni di riferimento o gli uffici delle Riserve interessate per conoscere modalità, limiti ed eventuali autorizzazioni da richiedere.