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 La micischia (Vicischia, Vicicchia, Mucischia)

Micischia

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Il prodotto: la micischia (Vicischia, Vicicchia, Mucischia) è carne di pecora o, occasionalmente di capra.

Ha un aspetto compatto, consistente e dal colore bruno, un sapore deciso e sapido piuttosto forte, forse non adatto a tutti i palati, ma vanta buone caratteristiche nutrizionali date dall’elevato contenuto proteico e dalla bassa quantità di grassi.

Come si prepara: viene di solito prodotta con carne non troppo grassa di animali non giovani che viene disossata, salata, pepata ed essiccata naturalmente all’aria. La carne più adatta alla produzione della micischia è quella dalla spalla in giù, che va mantenuta in un unico pezzo, distesa su di un tavolo e aperta in modo da garantire uno spessore uniforme e non molto alto, tale da favorire la penetrazione del sale e delle altre spezie (pepe, peperoncino e rosmarino); infine viene steccata con rametti di salice o di canna e appesa in locali adeguatamente aerati per l’essiccazione. Una volta essiccata può essere conservata in cantine o locali asciutti. Una volta essiccata, per il consumo viene in genere tagliata e conservata in sottili strisce.

Dove si produce: attualmente la sua produzione è circoscritta a qualche paese di montagna e a occasioni particolari che mantengono viva questa antica tradizione. Castel di Ieri (Aq) è uno dei pochi paesi che mantiene viva la tradizione della micischia, che qualcuno definisce “il baccalà del pastore.

Come gustarlo: piatto ricercatissimo dai buongustai, dato il suo sapore forte, viene degustato spesso accompagnandolo con il pane. L’abbinamento d’obbligo con questo speciale cibo antico è un superbo rosso Montepulciano d’Abruzzo.

Curiosità: Nel corso delle preparazioni elaborate durante il Meeting regionale dei cuochi abruzzesi, "i piatti transumanti" 2020  la “micischia” ha sostituito il tonno essiccato e ridotto in piccoli fiocchetti della tipica cucina giapponese divenendo  "katsuobushi di pecora".

Storia: la micischia è un prodotto strettamente legato all’attività della pastorizia transumante e conosciuto, con diversi nomi, negli areali montuosi abruzzesi. Cme altre lavorazioni di carne che non prevedono la cottura, ma l’essiccazione naturale, è nata con la transumanza armentizia dell’Abruzzo montano, e con essa si è diffusa lungo la via dei tratturi che per secoli hanno legato la nostra regione alla Puglia. I pezzi di micischia venivano trasportati in sacchetti di stoffa detti “sbucche” con bretelle di spago per portarli a tracolla. Purtroppo negli anni Sessanta, con il venire meno della pastorizia transumante, la produzione e il consumo di questa carne hanno subito un notevole declino.

Fa parte di: PAT (Prodotto agroalimentare tradizionale italiano)

L.T.:05-05-2020

 

42.1143143, 13.7409399