madonna della libera pratola peligna

Santuario di Maria Santissima della Libera - Pratola Peligna (Aq)

Il Santuario della Madonna della Libera a Pratola Peligna illuminata nella notte conferisce a tutta la struttura un particolare e quasi materno senso di accoglienza e protezione.

Venne edificato verso la metà dell’ottocento in sostituzione di una preesistente piccola chiesa (risalente agli inizi del XVI secolo). 

Realizzato in pietra bianca della Maiella, ha una facciata di chiaro gusto neoclassico, un ricco interno a croce latina e tre navate suddivise da pilastri monumentali. Il  restauro ha restituito luce e vividezza ai colori dei dipinti che ornano la volta della navata centrale (ciclo mariano di Amedeo Tedeschi) e l’area attorno alla cupola (i quattro Evangelisti di Teofilo Patini e Amedeo Tedeschi). Nel Santuario è possibile ammirare anche un prezioso organo del 1911 e altri pregevoli dipinti. 

L’origine della devozione alla Madonna della Libera risiede in un fatto miracoloso avvolto dalla leggenda e legato al rinvenimento di un affresco raffigurante la Madonna in atto di proteggere i devoti, fra cui il papa Celestino V, trepidamente raccolti sotto il suo manto. Nel 1500, nel corso di una terribile pestilenza un contadino colpito dal male si rifugiò nei pressi di una chiesetta campestre diruta in contrada Torre. Si addormentò e nel sogno vide una donna che, presentandosi, come la Liberatrice, gli promise la grazia della guarigione per lui e per i pratolani. Al risveglio intravide fra le macerie un occhio che lo fissava, scavò e scoprì l’immagine affrescata di una Madonna.  Raccontò l’accaduto e la gente accorse sul posto per raccogliersi in preghiera. La peste fu sconfitta e fu deciso di portare l'immagine in paese, con un carro trainato da buoi.

A questo punto, sarebbe nato un contrasto con la vicina popolazione di Sulmona che avanzava pretese sull’immagine per via dell’incerta collocazione territoriale del sito in cui era stata rinvenuta. La scelta fra Pratola e Sulmona venne affidata ai buoi che dovevano trainare il carro che trasportava il dipinto: si diressero verso Pratola arrestandosi proprio nel punto in cui venne poi edificata una cappella in onore della Madonna della Libera. Questo racconto della tradizione popolare non ha riscontro in alcuna fonte scritta. Vero è che nel XVI secolo vi fu una grande pestilenza e che nel XV secolo esisteva in contrada Torre una chiesa dedicata a Santa Maria. L’antica cappella con l’affresco della Madonna della Libera o Madonna del Popolo di ignoto maestro di scuola umbro-toscana, è stata quindi inserita all’interno dell’attuale Santuario.

Nel tempo è nata anche una particolare devozione alla statua processionale della Madonna della Libera,  che è la rappresentazione mariana più regale d’Abruzzo, vestita di porpora e azzurro, coronata e ricoperta di gioielli, fu eseguita dai Padri Celestini della Badia Morronese. Alla fine del secolo scorso la veste fu sostituita da un'altra, ugualmente ricamata in oro da una nobile monaca sulmonese, mentre quella attuale, sontuosa per ornamenti e decori, insieme al manto di grande valore artistico, è stata donata per grazia ricevuta nel 1977.

La Madonna della Libera è festeggiata la prima domenica di maggio con grande partecipazione dei pellegrini, fra i quali si distingue la Compagnia che giunge a piedi da Gioia dei Marsi. Le cerimonie religiose e civili che accompagnano l'evento sono considerate tra le più importanti della regione e mantengono aspetti di grande significato antropologico.

L.T. 18-02-2021
https://www.madonnadellalibera.net

42.0972309, 13.8741015