Descrizione: il sito attesta la presenza di insediamenti risalenti tra l'Età del bronzo e l'Età del ferro (1500-800 a.C.).
Negli insediamenti sono compresi i ruderi del centro fortificato italico situato sul Monte San Nicola, sul Monte San Felice, in località Cardosa, la grande Necropoli ora interrata, il Santuario italico-romano in località San Quirico e quello in valle San Giovanni.
Le ricerche archeologiche, condotte nella zona della Necropoli nei Piani Palentini, hanno fornito una serie di interessanti informazioni sullo stato di salute degli abitanti del tempo e sul rituale funebre degli Equi.
Il sito presenta tombe a fossa singole, ad inumazione, situate all'interno di tumuli. Le tombe rinvenute hanno restituito i resti scheletrici di 32 individui , di cui 22 in età adulta e 10 in età infantile, con i corredi molto austeri, armi in ferro per gli uomini e fibule e bracciali per le donne, ma privi di vasellame ceramico.
Le tombe infantili, tra cui la tomba 8 e 19, presentavano collane in ambra, fermatrecce, cinturoni, anelli e fibule in bronzo, bracciali in ferro. Gli scheletri rinvenuti recano rari segni di fatti violenti e l'alimentazione varia come caccia, pesca, agricoltura primitiva, frutta selvatica, erbe commestibili e medicinali.
La Necropoli cessa di essere utilizzata agli inizi del V secolo a.C. quando le fonti attestano la conquista romana del territorio. Ritrovamenti di oggetti di bronzo e ferro, con notevoli lavorazioni, testimoniano la presenza di persone esperte nella lavorazione dei metalli.
Dopo il primo prosciugamento del Fucino, voluto dall'imperatore Claudio (41-54 d.C.), il sito di Scurcola divenne la "porta della marsica".
Altri reperti sono stati rinvenuti lungo la via Valeria tra Scurcola e Cappelle, in località San Egidio, nella Conca d'Oro, a casale Falcone, Casa Madonna, Cappuccini, Prati di Santa Lucia, Macerine, la cava e il castello-recinto sotto Monte San Felice, Fratello o Cretaro.
In località Conca d'Oro e Valle San Giovanni si crearono vari insediamenti abitati e santuari, testimoniati da numerosi resti quali cippi, are votive, lapidi, tegole e terrecotte.
L'antica via Valeria, a seguito di depositi causati dalle inondazioni, giace a più di due metri sotto l'attuale sede stradale.