Quando si parla di via ferrata in ambito alpinistico si intende tutto l’insieme di attrezzature e strutture artificiali (gradini, scalette, cavi metallici) applicate alla roccia per garantire che l’accesso alle aree più impervie avvenga in totale sicurezza. Ovviamente per progredire in questo tipo di vie attrezzate è necessario fornirsi di un apposito set da ferrata, che comprende un’imbragatura completa oppure bassa (a seconda che siano presenti o meno gli spallacci, che aumentano il sostegno in caso di eventuale rovesciamento), il casco protettivo e un sistema di corde con dissipatore e moschettoni.
In Abruzzo le vie ferrate si concentrano tutte sul Gran Sasso d’Italia. In realtà sono 6 in tutto, ma l’ultima non l’ho ancora percorsa…anzi sarà sicuramente una delle prossime mete! Sono la via al Bivacco Bafile, la via Ricci, la via Danesi, la via Ventricini, la via Familiari e la via Brizio.
- Ferrata al Bivacco Bafile. Per arrivare all’attacco di questa via si parte dall’Osservatorio di Campo Imperatore e, seguendo la via “normale” per il Corno Grande, dopo la Sella di Monte Aquila si devia a destra verso la Sella di Corno Grande giungendo al Sassone. Poco dopo il Sassone si lascia a sinistra il sentiero che sale verso il canale della “direttissima” al Corno Grande scendendo verso destra. Qui ha inizio la via ferrata, splendida perchè, nonostante non sia difficile da percorrere, regala una spettacolare veduta dell’altopiano di Campo Imperatore e bellissimi scorci delle guglie sovrastanti e del Torrione Cambi. Il Bivacco Andrea Bafile (2669m) resta visibile come un puntino rosso in lontananza per buona parte del percorso. Dal bivacco impagabile il colpo d’occhio su Monte Aquila e sulla catena orientale del Gran Sasso.
- Ferrata Enrico Ricci. Questa via ferrata, rifatta recentemente, permette di raggiungere la Vetta Orientale del Corno Grande (2903m). Dal Rifugio Franchetti si imbocca il sentiero che devia a sinistra e tra roccette, cenge, placche e paretine rocciose, si arriva in cresta dove si assiste al vertiginoso affaccio sul paretone Est (1300m di dislivello sotto i piedi).
- Ferrata Danesi o Via della Piccola Parete. Questa via ferrata, ammodernata e semplificata nel 2019, rende più rapida l’ascesa alla vetta del Corno Piccolo (2655m). Dalla Sella dei Due Corni si scende nel Vallone dei Ginepri passando ai piedi di quelle che, per il loro aspetto, vengono chiamate anche Fiamme di Pietra, frequentate dagli arrampicatori esperti. Superati il Campanile Livia e la Punta dei Due, ha inizio sulla destra la via Danesi. Questa, dopo un tratto iniziale su scomoda ghiaia, conduce in vetta tramite scalette poste su ripide paretine e cavi montati su grossi massi. Dalla vetta del Corno Piccolo si può ammirare un panorama a dir poco mozzafiato, dalla costa adriatica fino alle vette appenniniche e al lago di Campotosto. Ovviamente la via può essere percorsa anche in discesa.
- Ferrata Pier Paolo Ventricini. Anche questa via ferrata è stata recentemente riattrezzata. Permette di aggirare, tramite diverse scalette e cavi, la parete ovest del Corno Piccolo e può essere percorsa sia in salita dalla Madonnina sia in discesa dalla vetta, abbinandola alla via Danesi o alla “normale” per il Corno Piccolo. Dalla via Ventricini si può ammirare uno splendido panorama sull’alta Val Maone e Pizzo D’Intermesoli.
- Ferrata Gianni Familiari. Questa via permette di accedere a una delle vette più impervie del Gran Sasso d’Italia, le Torri di Casanova. Può essere percorsa all’interno del Sentiero del Centenario (la lunghissima traversata di tutta la catena orientale del Gran Sasso, da Vado di Corno a Fonte Vetica) oppure come itinerario a sé stante salendo dal Vado del Piaverano. La via Familiari è breve ma d’effetto e permette di godere dell’aspetto impervio e roccioso delle splendide Torri di Casanova (2362m). Procedendo in direzione del Monte Infornace si incontrano comunque altri tratti attrezzati fino alla Forchetta di Santa Colomba (2260m).
Nel complesso le vie ferrate del Gran Sasso sono semplici da percorrere e sono ideali per chi vuole avvicinarsi all’alpinismo e prendere confidenza con l’esposizione (comunque notevole in alcuni tratti). Con l’apposita attrezzatura, cautela e passo fermo, il divertimento è assicurato.