La storia, l’arte, la natura, l’artigianato e la spiritualità sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano l’Abruzzo. Ho scelto questi cinque per parlare di altrettanti luoghi, legati ad alcuni borghi, che rappresentano maggiormente questi aspetti e sono tra i più belli d’Abruzzo.
Sito archeologico di Alba Fucens (Aq) – la storia
Per quanto riguarda la storia, non posso non scegliere un luogo a cui, essendo avezzanese di nascita, sono particolarmente legata: il sito archeologico di Alba Fucens, nel territorio di Massa d’Albe, in provincia dell’Aquila. L’ho scelto perché è poco conosciuto e merita invece di essere visitato.
Ciò che amo di questo luogo è, da una parte, il panorama che offre, trovandosi quasi ai piedi del Monte Velino, dall’altra, l’atmosfera che si respira camminando lungo le sue antiche vie: farlo significa immergersi completamente nella storia, quella romana. Sono stati infatti i Romani a fondare nel IV secolo la città, in una zona strategica da cui si potevano meglio controllare i territori occupati dagli Equi.
Tra le sue due vie principali si trovano i resti degli edifici pubblici: le botteghe, il macellum (mercato) e le taverne. A caratterizzare l’antica Alba erano poi le terme, sempre tra le due strade principali, e l’Anfiteatro scavato nella roccia. Quest’ultimo oggi viene valorizzato grazie alla manifestazione “Festiv’Alba” come palcoscenico estivo di eventi musicali, concerti di musica classica e cinema. Ed è anche questo un motivo per cui visitarlo: un’esperienza unica e particolare, da vivere almeno una volta.
Sul colle omonimo, sopra l’anfiteatro, si trova poi la Chiesa di San Pietro, che negli ultimi anni si è trasformata in un museo in allestimento continuo, in cui sono esposti i vari ritrovamenti degli scavi.
Museo Capitolare e Duomo di Atri (Te) – l’arte
Quale miglior rappresentante dell’arte in Abruzzo se non il mio borgo del cuore, Atri? Posizionato su tre colli (Muralto, Maralto e Colle di Mezzo) nel teramano, è anch’esso ricco di storia come Alba Fucens. Furono infatti entrambe colonie romane ed entrambe, ancora prima di diventarlo, coniavano una propria moneta, che hanno continuato a coniare anche dopo essere diventate colonie, essendo stata concessa loro autonomia da questo punto di vista, a prova dell’importanza che avevano all’epoca.
Perché ho scelto Atri per l’arte? Innanzitutto viene definita proprio “Città d’Arte” e poi perché, oltre a conservare ancora resti dell’epoca romana, è anche ricca di musei. Tra questi spicca senza dubbio il Museo Capitolare, a cui si accede dal chiostro del Duomo, situato sulla piazza principale ed omonima. Al suo interno conserva dipinti, elementi dell’oreficeria medievale e rinascimentale, una ricca collezione di ceramica abruzzese, sculture e arredi lignei, codici miniati e incunaboli (la mia zona preferita del museo).
Come dicevo, a questo si accede dal chiostro del Duomo, e proprio il Duomo è per me ciò che maggiormente rappresenta la meraviglia dell’arte atriana, un vero gioiello artistico.
Il Duomo Concattedrale di Santa Maria Assunta è stato edificato, su resti romani, tra il 1260 e il 1305 (il campanile fu invece completato due secoli più tardi). Sulla facciata laterale si trovano tre portali, di cui il primo a sinistra è anche Porta Santa: viene aperta il 14 agosto di ogni anno e nei successivi otto giorni è possibile ottenere l’indulgenza plenaria.
Entrando nel Duomo, ciò che si nota è l’accostamento di elementi di epoche diverse, inserite durante le varie campagne di restauro. L’unico elemento più antico, presente sin dall’edificazione, è l’altare. Ben visibili intorno ad esso e protetti da lastre trasparenti, sono i resti romani di un mercato delle carni e del pesce o delle terme.
Proprio alle spalle dell’altare si trova ciò che impreziosisce il Duomo: l’opera meravigliosa di Andrea De Litio, pittore di origine abruzzese, tra i più noti e importanti del Rinascimento. L’affresco sulla parete del coro racconta, in senso orizzontale da sinistra verso destra, le storie mariologiche e cristologiche, ad eccezione della Passione che De Litio ha volutamente omesso. Sulle prime tredici scene di questo affresco si trovano scritte in volgare abruzzese antico che hanno un ruolo molto importante per la ricostruzione della lingua del periodo. Sulle volte sono poi raffigurati, a coppie, i quattro Evangelisti e i quattro Dottori della chiesa (San Matteo, San Girolamo, San Luca e Sant’Ambrogio). Sulle colonne si trovano anche altri affreschi dello stesso De Litio.
Qui mi sono limitata a parlare solo di questo aspetto artistico, ma informazioni più dettagliate su cosa vedere ad Atri, potete trovarle in questo articolo del mio blog: https://mybeautifulabruzzo.com/2019/12/06/cosa-vedere-nel-borgo-di-atri/
Bosco di S. Antonio, Pescocostanzo (Aq) – la natura
Grazie ai tre Parchi nazionali, a parchi e riserve statali e regionali, vivere l’Abruzzo significa immergersi anche nella natura. Da questo punto di vista, il posto che per me occupa un posto speciale è il Bosco di Sant’Antonio, riserva naturale nel territorio dell’imperdibile borgo di Pescocostanzo, in provincia dell’Aquila.
L’ho scelto perché il paesaggio, caratterizzato soprattutto da antichi faggi, e l’atmosfera che regala sono quasi magici in ogni stagione dell’anno. Io in particolare l’ho vissuto nel pieno del suo splendore estivo e in autunno, quando offre uno spettacolo ancora più suggestivo grazie ai colori tipici di quella stagione. Anche del Bosco di Sant’Antonio ne ho parlato nel mio blog, per cui anche qui vi lascio il link diretto per conoscere la sua storia: https://mybeautifulabruzzo.com/2019/11/26/il-foliage-dautunno-nel-bosco-di-santantonio-in-abruzzo/
Ceramica di Castelli (Te) – l’artigianato
Castelli, in provincia di Teramo, fa parte dei Borghi più belli d’Italia e visitandolo vi accorgerete subito quanto meriti di essere definito tale. Sorto ai piedi del Monte Camicia, lungo la catena del Gran Sasso, si caratterizza per la sua posizione su uno sperone compreso tra due valli. E’ noto in tutto il mondo per essere la patria della ceramica che, secondo alcuni documenti storici, era qui diffusa già nel 1500. Si pensa che questa diffusione sia partita dal Convento benedettino di San Salvatore e favorita dalla vicinanza di Castelli alle cave di argilla plastica e dalla grande quantità, in zona, di acqua e legna per il fuoco della cottura.
E’ nel 1500 che la ceramica conobbe il periodo di maggior prestigio grazie alle famiglie produttrici dell’epoca, le cui opere si trovano esposte anche in musei internazionali, oltre che nazionali. Oggi l’antica produzione artigianale è affiancata a quella industriale e mantiene comunque ancora un prestigio internazionale.
Appena si arriva nel borgo, nella zona del parcheggio, si incontra il caratteristico Villaggio artigiano con le botteghe dei ceramisti, quasi tutte a conduzione familiare. Altre botteghe e punti vendita si trovano appena fuori il nucleo centrale del borgo. E il carattere artistico che caratterizza Castelli si nota anche nelle targhe/frecce direzionali che indicano i nomi delle varie attività presenti nel cuore del borgo, anch’esse in ceramica.
Come ultima cosa, da provare in uno dei ristoranti del borgo la chitarra con le pallottine (piccole polpette) o un primo con gli orapi (spinaci selvatici): entrambi sublimi.
Abbazia di S. Liberatore a Majella, Serramonacesca (Pe) – la spiritualità
L’Abbazia di San Liberatore a Majella, che si trova nel territorio di Serramonacesca in provincia di Pescara, è una vera e propria oasi dello spirito perché completamente immersa nella natura, quella del fondovalle del fiume Alento. Oltre a ciò, rappresenta anche una delle chiese medievali abruzzesi di maggior pregio.
Nel momento in cui fu fondata era il più importante monastero benedettino d’Abruzzo, strettamente collegato all’Abbazia di Montecassino. Gli unici elementi ancora visibili della struttura originaria si trovano nel portale ad arco in pietra che rappresenta l’ingresso, e in alcuni tratti del muro di cinta del monastero. Sui portali sono presenti decorazioni con motivi di palmette e tralci che richiamano quelle tipiche dei codici miniati cassinesi e che si trovano nelle incisioni su legno dei benedettini.
L’Abbazia è il risultato di diverse campagne di restauro volute anche dai monaci e abati che lì si trovavano o ad essa legati. Per esempio all’interno, ciò che primeggia è la pregiata pavimentazione realizzata nella seconda metà del Duecento per volontà dell’abate di Montecassino, Bernardo Aygherio, che richiama la pavimentazione proprio dell’Abbazia di Montecassino. Sempre per volontà dello stesso abate furono poi realizzati i dipinti in parte ancora visibili.
La maggior parte degli affreschi si trova nella zona centrale dell’abside, in cui sono rappresentati i momenti più importanti della storia dell’abbazia.